Rabindranath Tagore
Chiederei ancora
qualcosa
se possedessi il cielo, le sue stelle
e il mondo
con le sue infinite
ricchezze.
Sarei però contento anche d'ogni
piccola cosa
se lei fosse mia.
Non ricordava da cinque anni una sera di luglio così fresca, e, consegnandosi indifeso all'eccesso di sensazioni, abbrividì, come se l'estate fosse morta di colpo, vide staccarsi dal cielo profondo la nuda architettura dell'Appennino e nascere presso le vette le prime stelle, incredibilmente liquide e diacce come nelle notti di gennaio. Si trasferiva alla più lucente che era larga e abbandonata come uno sguardo di pietà. Di lì scorgeva
GIUSEPPE ANTONIO BORGESE
Rubè, 1921
Una mattina il cielo è di lacca azzurra, il sole è ancora dietro le colline. Sul viottolo di assi è passato il bambino. Io lo guardo. Lo guardo fino a che non sparisce. E poi chiudo gli occhi per ritrovare ancora l'immensità dello sguardo grigio.
La giovane sorvegliante si ferma sul viottolo di assi e guarda il bambino che sta tornando. Eccolo. Osserva la cartolina che lei gli ha detto di comprare, sapeva che era al bazar che si trovano le cartoline più belle. Lei glielo aveva detto. E lui aveva fatto come lei gli aveva detto.
La ragazza scrive la cartolina.
Sulla cartolina, dalla parte della corrispondenza ora c'è il nome della ragazza, la data, 30 luglio 1980 e la data e l'ora in cui lui dovrà tornare tra dieci anni, il 30 luglio
Dalla parte dell'illustrazione c'è il punto della spiaggia del giorno prima, all'incrocio tra il sentiero per i campi da tennis, la passeggiata e la rue de Londres, così bella dice lei, la più bella di tutte, la sua preferita, bella come un tunnel di luce del sole davanti al mare.
MARGUERITE DURAS
Yann Andréa Steiner, 1992
Il giorno 29 luglio dell'anno 2157 la temperatura esterna a Parigi era di meno undici gradi. Nevicava esattamente da un mese e sei giorni, e quasi tutti gli edifici della città vecchia erano sepolti. La vita proseguiva però regolarmente sottoterra nelle metropolitane, nelle viecondotto, nei giardini botanici e nei forum a temperatura costante di otto gradi. Dall'ultimo piano dell'immensa piramide incastonata nel ghiaccio un uomo infreddolito guardava la distesa gelata e spoglia stendersi per chilometri e chilometri, interrotta solo dalla luce di qualche slitta. Nella cinta cittadina poche costruzioni sfidavano i trenta metri di neve. Il grande cilindro dello spazioporto Mitterrand, con i suoi corridoi di volo a luce laser disegnava un intricato videogame colorato nel cielo grigio. Dalle alture di Fort Montmartre, sede della polizia, la torre di controllo esterno muoveva come una piovra nell'aria i fili delle telecamere volanti. Più in là,
Delle funeste conseguenze che può comportare il convincimento che il 28 luglio cada il 28 luglio.
il 28 luglio doveva essere festeggiato il 28 luglio! Julio Carbajal esitava.
«Siamo nel dicembre 2192, Isaac. Huarautambo si prepara per il Natale. Lo stesso padre Chasàn sta organizzando un presepio nella chiesa di Yanahuanca.»
Isaac consultò un calendario dell'antichità.
«Siamo nel luglio 1962. Fra quindici giorni
si celebrerà l'indipendenza. 'Fu festeggia il 28
il 28!»
Julio non capiva.
MANUEL SCORZA
Cantare di Agapito Robles, 1977
«In quel momento estremo avvenne qualcosa d'imprevisto, che mi recò la salvezza, la salvezza almeno per un certo tempo. Era la fine di luglio, un giorno buio, coperto, piovoso: mi ricordo con esattezza questo particolare, perché la pioggia tambureggiava contro i vetri del corridoio attraverso il quale venivo condotto all'interrogatorio. Nell'anticamera del giudice istruttore dovetti aspettare. [...] E mi fecero aspettare particolarmente a lungo quel giovedì, 27 luglio, aspettare in piedi nell'anticamera per due ore buone; mi ricordo con tanta esattezza anche di questa data per un particolare motivo, perché nell'anticamera dove io – senza potermi sedere, naturalmente – dovetti starmene impalato per due ore, era appeso un calendario, e non so descriverle con quanta avidità di cose stampate, di cose scritte continuai a fissare quella cifra, quella parola, "27 luglio" sulla parete; le divoravo quasi nel cervello.»
A interrompere la sua foga ballerina venne il segretario, il quale lesse delle carte come se si trattasse di un foglio di annunzi governativi: «Ventisei luglio. Nel podere di Cuma, che è di 'Trimalcione, sono nati trenta bambini e quaranta bambine. Sono stati trasferiti dall'aia al granaio cinquecentomila moggi di frumento. Sono stati sottomessi al giogo cinquecento buoi. Lo stesso giorno è stato crocifisso lo schiavo Mitridate colpevole di aver parlato male del nostro Gaio. Lo stesso giorno sono stati messi in cassaforte dieci milioni di sesterzi per i quali non era stato trovato un investimento. Lo stesso giorno negli Orti Pompeiani è scoppiato un incendio iniziatosi nella casa del fattore Nasta».
«Cosa?» disse Trimalcione. «Quand'è che mi sono stati comperati i giardini di Pompeo?»
GAIO PETRONIO
Satiricon, I secolo d.C.
E poi non voleva che uno sconosciuto si accorgesse che la redazione culturale del Lisboa era solo lui, Pereira, un uomo che sudava dal caldo e dal disagio in quel bugigattolo, e insomma, sostiene Pereira, gli chiese se potevano incontrarsi in città, e lui, Monteiro Rossi, gli disse: stasera, in Praça da Alegria, c'è un ballo popolare con canzoni e schitarrate, io sono stato invitato a cantare una romanza napoletana, sa, io sono mezzo italiano ma il napoletano non lo conosco, comunque il proprietario del locale mi ha riservato un tavolino all'aperto, sul mio tavolino c'è un cartellino con scritto Monteiro Rossi, che ne dice se ci vediamo là? E Pereira disse di sì, sostiene, riattaccò la cornetta, si asciugò il sudore, e poi gli venne una magnifica idea, di fare una breve rubrica intitolata "Ricorrenze", e pensò di pubblicarla subito per il prossimo sabato, e così, quasi macchinalmente, forse perché pensava all'Italia, scrisse il titolo: Due anni fa scompariva Luigi Pirandello. E poi, sotto, scrisse l'occhiello: «I1 grande drammaturgo aveva presentato a Lisbona il suo Sogno ma forse no».
Era il venticinque di luglio del millenovecentotrentotto, e Lisbona scintillava nell'azzurro di una brezza atlantica, sostiene Pereira.
ANTONIO TABUCCHI
Sostiene Pereira, 1994
24 luglio. Ci svegliammo meravigliosamente ritemprati nello spirito e nelle forze. Il pericolo c'era sempre. eravamo ignari della nostra posizione, molto distanti dalla terraferma, con cibo sufficiente per una quindicina di giorni, quasi non avevamo acqua, eravamo in balia dei venti e delle onde, e a bordo del più malandato relitto di tutti i mari. E ciò nonostante, le pene e i pericoli di gran lunga più terribili, dai quali ci eravamo provvidenzialmente liberati, ci inducevano quasi a considerare le nostre attuali sofferenze come cosa di poco conto – tanto sono relativi il bene e il male.
EDGAR ALLAN POE
Le avventure di Arthur Gordon Pym, 1838
Il giorno dell'apertura dell'Esposizione si stava avvicinando, insieme al giorno delle nozze di Miss Eve e Monsieur de Courcy; in precedenza si era stabilito che questi avessero luogo il 23 luglio, poi, per il nervosismo e l'impazienza dello sposo e degli amici, la data era stata definitivamente spostata al 5; già avevano ordinato il gateau de noce ed altre cose, già la giovane ed i suoi custodi si erano trasferiti a Gronland, un maniero della Comtesse de Pichegru-Picard vicino ad Orléans, dove si era deciso che il matrimonio sarebbe avvenuto.
Mentre accadeva tutto questo Shan Healy fece notare all'Indù Nundcumar, parlando con franchezza: Ha qualcosa in testa, e fra non molto te ne accorgerai; lavora come sei turbini! E c'è un leggero sorriso nel suo volto, qualcosa nel suo sguardo, non so bene dove, e questo significa guai per qualcuno, ne sono sicuro».
MATTHEW P. SHIEL
L'isola degli inganni, prima metà '900
Il 22 luglio 1848, prima delle sei antimeridiane, un distaccamento di esploratori, il secondo squadrone dei corazzieri di Wallmoden, centosette cavalleggeri al comando del capitano barone Rofrano, lasciò il Casino di Sant'Alessandro dirigendosi verso Milano. L'ampia pianura brillava distesa in un silenzio indicibile; dalle cime dei monti lontani le nuvole del mattino salivano come placide nuvole di fumo nel cielo luminoso; il granturco era immobile, e tra gruppi d'alberi che parevano lavati di fresco brillavano chiese e casolari. Il distaccamento in ricognizione si era appena lasciato indietro di forse un miglio l'estrema linea degli avamposti del suo esercito, che tra i campi di granturco balenarono armi e l'avanguardia segnalò fanteria nemica.
HUGO VON HOFMANNSTHAL
Storia di cavalleggeri, 1898
L'anno 356, nella notte del 21 luglio, la luna non era ancora sorta nel cielo, e il desiderio di Erostrato avendo raggiunto una forza inusitata, egli si decise a violare la camera segreta di Artemide. Scivolò giù per i tornanti della montagna sino alla riva del Caistro e salì i gradini del tempio. Le guardie dei sacerdoti dormivano vicino alle sante lampade. Erostrato ne afferrò una e penetrò nel naos.
Un forte odore di olio di nardo si spandeva nell'aria. Le travi nere del soffitto d'ebano erano splendenti. L'ovale della stanza era diviso dalla tenda tessuta di filo d'oro e di porpora che nascondeva la dea. Erostrato, ansimando di voluttà, la strappò.
MARCEL SCHWOB Vite immaginarie, 1896
Parroco non celebra la messa funebre
"La signora conviveva: è peccato"
CATANZARO - Aveva scelto di convivere con un uomo
separato. Per questo, una volta morta, il parroco si è rifiutato di celebrare la messa funebre in suo onore. L'episodio si è verificato ieri a Marcellinara, un piccolo comune di 2200 abitanti in provincia di Catanzaro.
"Ho rispettato le norme ecclesiastiche: chi è convivente è un peccatore pubblico e quindi non ho celebrato la messa perché la signora non viveva da cristiana l'unione matrimoniale", ha dichiarato don Giuseppe Mazzotta, parroco della chiesa di Maria Santissima Assunta.
Fonte "Repubblica.it"
Lei, che aveva bisogno di starsene sola, in pace, dimenticata, ora e abbracciata da tutti, da zii e cugini mai visti, da amici, da gente che d'un tratto le appare volgare e insopportabile. Qualcuno ha azionato il grammofono, si comincia a ballare, anche lei sarà costretta a farlo. Abbracciata all'uomo che sarà suo marito per sempre, Maria non vede più nulla. Solo una cosa pensa: «Voglio un figlio, lo voglio, voglio solo questo e due uova fritte».
La musica si interrompe di colpo. C'è grande imbarazzo. Maria non ha soltanto pensato quelle parole, le ha urlate.
19 luglio
«La vedrò!» esclamo il mattino quando mi sveglio e alzo gli occhi verso il sole in perfetta letizia, «la vedrò!». E per tutto il giorno non ho
altro desiderio. Tutto, tutto si dissolve in questa attesa.
JOHANN WOLFGANG GOETHE
I dolori del giovane Werther, 1774
Un giorno, il 18 luglio 1936, un uomo dalla barba rossa, con cappello e bastone, passava su un asino bianco per le vie di Guernica. Era mezzogiorno e, barcollando dal caldo, l'uomo si fermò in piazza proprio davanti alla nostra casa, superbo su quell'asino come un imperatore e, come fanno i bovari in montagna, emise un lungo grido: «Eloheee! ». Noi bambini accorremmo dal giardino e giù dalle scale e attraverso l'atrio dal magico tetto di vetro azzurro dove i quattro più piccoli giocavano al Paradiso terrestre: uno era Adamo ed Eva, uno il melo, uno l'angelo con la spada, e Modesta faceva da serpente in silenzio; corremmo da tutti gli angoli della casa fresca nella strada affocata e disposti elegantemente davanti al forestiero gridammo, cantando come lui: «Eloheee!» a due voci.
HERMANN KESTEN
I ragazzi di Guernica, 1939
Il diciassette luglio milleottocentottantatré, alle due e mezzo del mattino, Vincent, il custode del cimitero di Béziers, che abitava un piccolo fabbricato in fondo al campo dei morti, fu svegliato dai mugolii del suo cane, chiuso in cucina.
Balzò subito dal letto e vide che l'animale fiutava sotto la porta abbaiando con furore, come se qualche vagabondo avesse ronzato intorno alla casa. Allora prese il fucile e uscì cautamente.
Il cane si slanciò di corsa in direzione del viale generale Bonnet e si fermò di colpo accanto al monumento funebre della signora Tomoiseau.
Allora il custode, avanzando con circospezione, scorse un lumicino in prossimità del viale Malenvers: scivolò fra le tombe e fu testimone d'un orrendo atto di profanazione.
Un uomo aveva dissotterrato il cadavere d'una giovane donna sepolta il giorno prima, e lo toglieva dalla tomba.
GUY DE MAUPASSANT
La tomba, 1884
Il giorno dopo. 16 luglio, ripresi lo stesso cammino ed essendomi inoltrato di più, vidi che la prateria e il ruscello non andavano più lontano perché incominciavano i boschi. Colà trovai diverse specie di frutta, specialmente dei poponi che coprivano il suolo, uva penzolante dalle viti, con grappoli ben gremiti e coloriti, a tiro per la vendemmia. Questa scoperta mi cagionò gioia e stupore insieme.
Ma io seppi moderare il mio desiderio e profittare di un'esperienza che era stata funesta per altri, perché mi ricordavo d'aver veduto, in Barberia, alcuni inglesi, schiavi come me, che erano stati colti dalla febbre e dalla dissenteria a forza di mangiar uva. Trovai però la maniera di rendere eccellente questa frutta facendola seccare al sole; speravo, come di fatto avvenne, di avere un cibo sano e gradevole nell'autunno.
Passai colà tutta la giornata: la sera non mi parve opportuno di ritornare a casa e per la prima volta, dal principio della mia vita solitaria, passai la notte fuori. Scelsi un rifugio simile a quello della prima notte dopo il naufragio, un folto albero sul quale dormii di un sonno profondo.
DANIEL DEFOE
Robinson Crusoe, 1719
L'APPARENZA
Era bello cenare in un ristorante in riva al mare, anche se l’umore non era dei migliori. Poco prima di uscire di casa avevo letto un'e-mail di risposta da una nota azienda che avevo contattato per un lavoro: avevo un curriculum molto interessante, ma non ero la persona che cercavano!
Ordinai una porzione di cozze alla marinara e raccontai alla mia ragazza della risposta per il posto di lavoro. Mi accorsi mi ascoltava distrattamente perché era interessata dalla coppia che sedeva nel tavolino accanto. Lei di 25 anni al massimo, bellissima. Lui di 50 minimo, insignificante, ben vestito. Subito Sabrina, la mia ragazza, li etichettò: "Vecchio-ricco con giovane-bella-mantenuta."
"E finiscila con i luoghi comuni" dissi con voce forse troppo alta. "Secondo te le donne cercano solo i soldi! Metti che lei sia sua figlia." Un bacio che si dettero immediatamente smentì subito la mia affermazione.
"Va bene" dissi io "non è la figlia, comunque potrebbero essere davvero innamorati."
La coppia finì di mangiare, si alzarono dal tavolo e lei passando davanti al nostro tavolo ci sorrise. Dopo un po’ finimmo di mangiare anche noi e chiedemmo il conto. "Il vostro conto è stato pagato dalla ragazza che sedeva vicino al vostro tavolo” ci disse il cameriere. “Mi ha pure chiesto di darle questo" disse porgendomi un cartoncino. Era un biglietto da visita:
Amministratore Delegato
International spa.
Sul retro:
0234 252628. Ti aspetto per un colloquio.
Nell'anno 1689, la sera del quindici luglio, l'abate di Kerkabon, priore di Nostra Donna della Montagna. passeggiava con sua sorella, la signorina di Kerkabon, in riva al mare per prendere il fresco. Il priore, già alquanto attempato, era un ottimo ecclesiastico, amato dai vicini ora, e in altri tempi dalle vicine. [...]
Guardava il mare, il priore e diceva alla sorella: «Ahimé! Qui s'imbarcò il nostro povero fratello colla nostra cara cognata, la signora di Kerkabon, sua moglie, sulla fregata
«Credete» diceva la signorina di Kerkabon «che nostra cognata sia stata mangiata dagli Irochesi, come ci è stato detto?»
VOLTAIRE
L'ingenuo, 1767
Serial Killer
Oggi vi propongo un raccontino sul genere noir.
Spero di non essere stato troppo truculento
Carla sedeva impietrita sul suo letto dell’albergo, il sudore freddo come il ghiaccio le rigava la fronte, nei suoi occhi si leggeva chiara la paura, tra le mani serrate il giornale di oggi. Buttò giù la tisana che le avevano portato in camera assieme al quotidiano. La notizia che aveva appena letto era davvero terribile, "Ancora una aspirante attrice vittima del serial killer" e sotto la classica "la polizia brancola nel buio". Ma non lei. Lei aveva capito tutto ed aveva paura, parecchia paura. Conosceva le vittime ed il nesso che le univa: erano tutte legate in qualche modo al concorso "Un corpo per vendere" organizzato, diceva l’annuncio, per trovare una ragazza da utilizzare in uno spot televisivo. Lei le aveva incontrate quando era andata per il provino.
Tutte erano state uccise con qualcosa attinente alla bellezza. La prima era morta orribilmente dopo che si era passata una crema per il corpo, crema che era stata sostituita con un gel corrosivo ad azione ritardata dall’assassino. La seconda fulminata nella vasca dell’idromassaggio a causa di due fili elettrici abilmente messi a nudo e a contatto dell’acqua. La terza vittima era stata uccisa con un overdose di una sostanza usata nella liposuzione. Un’altra ragazza era stata trovata con i seni amputati e praticamente impalata. Quest’ultima invece è stata scalpata e con le unghie strappate. Tutte avevano risposto a quell’annuncio, come aveva risposto lei.
L’unica cosa da fare era di cercare aiuto e far capire che lei sarebbe stata una possibile vittima, ma si rese conto di non riuscire più a muoversi, di essere paralizzata.
La tisana…..
Andai allo scaffale e afferrai una storia della città di Parigi, che sfogliai restando in piedi. C'erano piante e disegni dell'antico quartiere sulla riva sinistra. E nella mia memoria affiorò quello strano 14 luglio che avevamo trascorso davanti all'osteria nella stretta, antichissima Rue de l'Hirondelle, seduti davanti a un barile a guardare la danza delle fanciulle del vicino "hotel", in abiti variopinti. E rividi fra loro il giovane dai capelli rossi che suonava lo sconosciuto strumento simile a un flauto. Ma la danza divenne più rumorosa e coprì la sua esile musica. Lui tossì come un tisico e i suoi suoni si fecero più stridenti e si interruppero. Allora gettò lo strumento, lo calpestò e gridò: «Voglio cantare» e crollò a terra.
FRANZ HESSEL
Romanza parigina, 1920