domenica 31 luglio 2005

Chiederei

Rabindranath Tagore



Chiederei ancora



qualcosa



se possedessi il cielo, le sue stelle



e il mondo



con le sue infinite



ricchezze.



Sarei però contento anche d'ogni



piccola cosa



se lei fosse mia.



Appena rientrato dal mare!!!!!!!







CAGLIARI - Poetto

Non ricordava da cinque anni una sera di luglio così fresca, e, consegnandosi indifeso all'eccesso di sensazioni, abbrividì, come se l'estate fosse morta di colpo, vide staccarsi dal cielo profondo la nuda architettura dell'Appennino e nascere presso le vette le prime stelle, incredibilmente liquide e diacce come nelle notti di gennaio. Si trasferiva alla più lucente che era larga e abbandonata come uno sguardo di pietà. Di lì scorgeva la Terra e le case degli uomini, vedeva imbrunire nell'umidità della sera le rive e le pianure d'Europa. D'improvviso non era una sera come tutte l'altre che prima s'erano adagiate sulla faccia della terra, come tutte l'altre che dopo verranno. Era il 31 luglio 1914.


GIUSEPPE ANTONIO BORGESE

Rubè, 1921


sabato 30 luglio 2005

Narciso - Caravaggio, 

Palazzo Barberini, Roma. c. 1597



Rispondo a delle domande:



tratto  principale del tuo carattere   - eccessivamente ottimista

qualita' preferita in un uomo   - intelligenza

in una donna- intelligenza, sensualita', indipendenza, fiducia (reciproca)

il tuo migliore amico- i miei amici sono tutti migliori

il tuo sogno  di felicita'-  non so, vivere bene e far vivere bene chi si ama


il giorno  piu' felice -quando sono nato

il piu'infelice- morte genitori

la persona morta che chiameresti in vita-mia madre

materia scolastica preferita- non so, erano tutte importanti

citta'-Cagliari e Roma

 uccello- il mio... (scherzo)  Aquila

un ricordo  piacevole- Quando faccio sorridere qualcuno

piatto  preferito   pesce

bevanda preferita-birra 

cantante preferito  - Freddie Mercury

attore. Bred Pitt - Michol Kidman

nomi  preferiti-   Il mio, E tutti quelli delle persone simpatiche 

pittori  preferiti-L'unico.... CARAVAGGIO

 poeti  preferiti.- non so... apprezzo una poesia a prescindere da chi l'ha scritta

l'errore  a cui sei piu'indulgente- quello che viene fatto non sapendo che sia un errore

l'ultima volta che hai riso.-ieri

 pianto-  non lo ricordo

il tuo stato d'animo attuale  - tranquillo

personaggi  storici che ami   -Ramsess I, Galileo, Mazzini

il tuo motto- meglio un uovo oggi che una gallina domani

a chi volesse aprire un blog che cosnigli dai-  non sono in grado di dare consigli

credi nell'aldi la'- assolutamente no per questo bisogna vivere al massimo

scoppi a ridere  come ti giustifichi  -non mi giustifico per qualcosa di bello come il ridere.

Una mattina il cielo è di lacca azzurra, il sole è ancora dietro le colline. Sul viottolo di assi è passato il bambino. Io lo guardo. Lo guardo fino a che non sparisce. E poi chiudo gli occhi per ritrovare ancora l'immensità dello sguardo grigio.

La giovane sorvegliante si ferma sul viottolo di assi e guarda il bambino che sta tornando. Eccolo. Osserva la cartolina che lei gli ha detto di comprare, sapeva che era al bazar che si trovano le cartoline più belle. Lei glielo aveva detto. E lui aveva fatto come lei gli aveva detto.

La ragazza scrive la cartolina.

Sulla cartolina, dalla parte della corrispondenza ora c'è il nome della ragazza, la data, 30 luglio 1980 e la data e l'ora in cui lui dovrà tornare tra dieci anni, il 30 luglio 1990, a mezzanotte.

Dalla parte dell'illustrazione c'è il punto della spiaggia del giorno prima, all'incrocio tra il sentiero per i campi da tennis, la passeggiata e la rue de Londres, così bella dice lei, la più bella di tutte, la sua preferita, bella come un tunnel di luce del sole davanti al mare.


MARGUERITE DURAS

Yann Andréa Steiner, 1992


venerdì 29 luglio 2005

Per tutte le donne......







Lussurie
Paul Verlaine



Carne, o solo frutto addentato dei giardini di quaggiù

frutto dolceamaro che impasta i denti di chi è solo

degli affamati di solo amore, bocche o gole,

e buon dessert dei forti, loro allegro desinare.



Amore! Sola emozione di coloro cui l’orrore

di vivere non commuove, Amore, che stritoli

sotto le tue mole gli indugi di libertini e ritrose

per il cibo dei dannati che scelgono i sabba,



Amore, tu m’apparisti a volte come un buon pastore

di cui sogna la filatrice seduta presso il focolare

le sere d’inverno, al calore di un chiaro sarmento,



ed è la Carne quella filatrice, e l’ora è giunta

che il sogno avvolgerà la sognatrice – ora santa

o no! che importa al vostro delirio, Amore e Carne?



giovedì 28 luglio 2005

Il giorno 29 luglio dell'anno 2157 la temperatura esterna a Parigi era di meno undici gradi. Nevicava esattamente da un mese e sei giorni, e quasi tutti gli edifici della città vecchia erano sepolti. La vita proseguiva però regolarmente sottoterra nelle metropolitane, nelle viecondotto, nei giardini botanici e nei forum a temperatura costante di otto gradi. Dall'ultimo piano dell'immensa piramide incastonata nel ghiaccio un uomo infreddolito guardava la distesa gelata e spoglia stendersi per chilometri e chilometri, interrotta solo dalla luce di qualche slitta. Nella cinta cittadina poche costruzioni sfidavano i trenta metri di neve. Il grande cilindro dello spazioporto Mitterrand, con i suoi corridoi di volo a luce laser disegnava un intricato videogame colorato nel cielo grigio. Dalle alture di Fort Montmartre, sede della polizia, la torre di controllo esterno muoveva come una piovra nell'aria i fili delle telecamere volanti. Più in là, la Tour Eiffel incapsulata in una calotta trasparente, come un vecchio souvenir. E sopra di lei, il prisma del Centro Spettacoli, con le pareti a schermo che mandavano in continuazione pubblicità, vecchi documentari della Costa Azzurra e omicidi in diretta dal metrò.


STEFANO BENNI Terra!, 1983








A.... l'amore.....





mercoledì 27 luglio 2005

Delle funeste conseguenze che può comportare il convincimento che il 28 luglio cada il 28 luglio.


 Isaac aveva convinto ,suo fratello Julio che

il 28 luglio doveva essere festeggiato il 28 luglio! Julio Carbajal esitava.

«Siamo nel dicembre 2192, Isaac. Huarautambo si prepara per il Natale. Lo stesso padre Chasàn sta organizzando un presepio nella chiesa di Yanahuanca.»

Isaac consultò un calendario dell'antichità.

«Siamo nel luglio 1962. Fra quindici giorni

si celebrerà l'indipendenza. 'Fu festeggia il 28

il 28!»

Julio non capiva.


MANUEL SCORZA
Cantare di Agapito Robles, 1977






Non sto pensando a niente
Fernando Pessoa



Non sto pensando a niente,

e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,

mi è gradita come l’aria notturna,

fresca in confronto all’estate calda del giorno.



Che bello, non sto pensando a niente!



Non pensare a niente

è avere l’anima propria e intera.

Non pensare a niente

è vivere intimamente

il flusso e riflusso della vita...

Non sto pensando a niente.

E’ come se mi fossi appoggiato male.

Un dolore nella schiena o sul fianco,

un sapore amaro nella bocca della mia anima:

perché, in fin dei conti,

non sto pensando a niente,

ma proprio a niente,

a niente...



CHE CALDO !!!!!!





martedì 26 luglio 2005

«In quel momento estremo avvenne qualcosa d'imprevisto, che mi recò la salvezza, la salvezza almeno per un certo tempo. Era la fine di luglio, un giorno buio, coperto, piovoso: mi ricordo con esattezza questo particolare, perché la pioggia tambureggiava contro i vetri del corridoio attraverso il quale venivo condotto all'interrogatorio. Nell'anticamera del giudice istruttore dovetti aspettare. [...] E mi fecero aspettare particolarmente a lungo quel giovedì, 27 luglio, aspettare in piedi nell'anticamera per due ore buone; mi ricordo con tanta esattezza anche di questa data per un particolare motivo, perché nell'anticamera dove io – senza potermi sedere, naturalmente – dovetti starmene impalato per due ore, era appeso un calendario, e non so descriverle con quanta avidità di cose stampate, di cose scritte continuai a fissare quella cifra, quella parola, "27 luglio" sulla parete; le divoravo quasi nel cervello.»


STEFAN ZWEIG
Novella degli scacchi, 1941



Svegliato non dalla sveglia, ma dal caldo.....

Ancora tre giorni senza tregua e finalmente poi le ferie...

Buona giornata a tutti!!!





E' poca cosa il pianto
Emily  Dickinson


E' poca cosa il pianto

Sono brevi i sospiri

Pure, per fatti di questa misura

Uomini e donne muoiono!





Picasso - Donna che piange

lunedì 25 luglio 2005

A interrompere la sua foga ballerina venne il segretario, il quale lesse delle carte come se si trattasse di un foglio di annunzi governativi: «Ventisei luglio. Nel podere di Cuma, che è di 'Trimalcione, sono nati trenta bambini e quaranta bambine. Sono stati trasferiti dall'aia al granaio cinquecentomila moggi di frumento. Sono stati sottomessi al giogo cinquecento buoi. Lo stesso giorno è stato crocifisso lo schiavo Mitridate colpevole di aver parlato male del nostro Gaio. Lo stesso giorno sono stati messi in cassaforte dieci milioni di sesterzi per i quali non era stato trovato un investimento. Lo stesso giorno negli Orti Pompeiani è scoppiato un incendio iniziatosi nella casa del fattore Nasta».

«Cosa?» disse Trimalcione. «Quand'è che mi sono stati comperati i giardini di Pompeo?»


GAIO PETRONIO
Satiricon, I secolo d.C.



nuda ti vorrei per vestirti di baci.



domenica 24 luglio 2005

E poi non voleva che uno sconosciuto si accorgesse che la redazione culturale del Lisboa era solo lui, Pereira, un uomo che sudava dal caldo e dal disagio in quel bugigattolo, e insomma, sostiene Pereira, gli chiese se potevano incontrarsi in città, e lui, Monteiro Rossi, gli disse: stasera, in Praça da Alegria, c'è un ballo popolare con canzoni e schitarrate, io sono stato invitato a cantare una romanza napoletana, sa, io sono mezzo italiano ma il napoletano non lo conosco, comunque il proprietario del locale mi ha riservato un tavolino all'aperto, sul mio tavolino c'è un cartellino con scritto Monteiro Rossi, che ne dice se ci vediamo là? E Pereira disse di sì, sostiene, riattaccò la cornetta, si asciugò il sudore, e poi gli venne una magnifica idea, di fare una breve rubrica intitolata "Ricorrenze", e pensò di pubblicarla subito per il prossimo sabato, e così, quasi macchinalmente, forse perché pensava all'Italia, scrisse il titolo: Due anni fa scompariva Luigi Pirandello. E poi, sotto, scrisse l'occhiello: «I1 grande drammaturgo aveva presentato a Lisbona il suo Sogno ma forse no».

Era il venticinque di luglio del millenovecentotrentotto, e Lisbona scintillava nell'azzurro di una brezza atlantica, sostiene Pereira.


ANTONIO TABUCCHI

Sostiene Pereira, 1994



sabato 23 luglio 2005





Mi piace giocare con le soldatine di piombo... ehehehe

24 luglio. Ci svegliammo meravigliosamente ritemprati nello spirito e nelle forze. Il pericolo c'era sempre. eravamo ignari della nostra posizione, molto distanti dalla terraferma, con cibo sufficiente per una quindicina di giorni, quasi non avevamo acqua, eravamo in balia dei venti e delle onde, e a bordo del più malandato relitto di tutti i mari. E ciò nonostante, le pene e i pericoli di gran lunga più terribili, dai quali ci eravamo provvidenzialmente liberati, ci inducevano quasi a considerare le nostre attuali sofferenze come cosa di poco conto – tanto sono relativi il bene e il male.


EDGAR ALLAN POE

Le avventure di Arthur Gordon Pym, 1838



Guardate un poco come con delle fotografie

si puo' far credere una cosa invece che un'altra......







Il giorno dell'apertura dell'Esposizione si stava avvicinando, insieme al giorno delle nozze di Miss Eve e Monsieur de Courcy; in precedenza si era stabilito che questi avessero luogo il 23 luglio, poi, per il nervosismo e l'impazienza dello sposo e degli amici, la data era stata definitivamente spostata al 5; già avevano ordinato il gateau de noce ed altre cose, già la giovane ed i suoi custodi si erano trasferiti a Gronland, un maniero della Comtesse de Pichegru-Picard vicino ad Orléans, dove si era deciso che il matrimonio sarebbe avvenuto.

Mentre accadeva tutto questo Shan Healy fece notare all'Indù Nundcumar, parlando con franchezza: Ha qualcosa in testa, e fra non molto te ne accorgerai; lavora come sei turbini! E c'è un leggero sorriso nel suo volto, qualcosa nel suo sguardo, non so bene dove, e questo significa guai per qualcuno, ne sono sicuro».


MATTHEW P. SHIEL
L'isola degli inganni, prima metà '900



venerdì 22 luglio 2005

Scritto con inchiostro verde
Octavio Paz



L'inchiostro verde crea giardini, selve, prati,
fogliami dove cantano le lettere,
parole che son alberi,
frasi che son verdi costellazioni.

Lascia che le parole mie scendano e ti ricoprano
come una pioggia di foglie su un campo di neve,
come la statua l'edera,
come l'inchiostro questo foglio.
Braccia, cintura, collo, seno,
la fronte pura come il mare,
la nuca di bosco in autunno,
i denti che mordono un filo d'erba.

Segni verdi costellano il tuo corpo
come il corpo dell'albero le gemme.
Non t'importi di tante piccole cicatrici luminose:
guarda il cielo e il suo verde tatuaggio di stelle.



Il 22 luglio 1848, prima delle sei antimeridiane, un distaccamento di esploratori, il secondo squadrone dei corazzieri di Wallmoden, centosette cavalleggeri al comando del capitano barone Rofrano, lasciò il Casino di Sant'Alessandro dirigendosi verso Milano. L'ampia pianura brillava distesa in un silenzio indicibile; dalle cime dei monti lontani le nuvole del mattino salivano come placide nuvole di fumo nel cielo luminoso; il granturco era immobile, e tra gruppi d'alberi che parevano lavati di fresco brillavano chiese e casolari. Il distaccamento in ricognizione si era appena lasciato indietro di forse un miglio l'estrema linea degli avamposti del suo esercito, che tra i campi di granturco balenarono armi e l'avanguardia segnalò fanteria nemica.


HUGO VON HOFMANNSTHAL

Storia di cavalleggeri, 1898



giovedì 21 luglio 2005

Se non avete sonno, fissate un po qui, che vi viene sicuramente....
BUONANOTTE!!!!





Adoro l'Egitto antico, in tutte le sue espressioni....




Charles Baudelaire
TUTTA INTERA


Il Demonio è venuto a trovarmi, questa mattina, lassù in alto, nella
mia camera; e con l'intenzione di cogliermi in fallo mi ha detto:
"Vorrei sapere qual è la cosa più dolce,

fra tutte quelle che fanno il suo incanto, fra le parti nere o rosa che
formano il suo corpo affascinante."

E tu, Anima mia, rispondesti all'Aborrito: "Poi che in Lei tutto è
dittamo, che cosa preferire?

Dacché tutto mi rapisce, ignoro se qualcosa mi seduce
maggiormente. Ella abbaglia come l'Aurora, consola come la Notte,

E l'armonia che governa il suo bel corpo è troppo squisita perché
un'analisi impotente ne annoti i tanti accordi.

O mistica metamorfosi di tutti i miei sensi fusi in uno! Il suo fiato è
musica, la sua voce profumo!"







L'anno 356, nella notte del 21 luglio, la luna non era ancora sorta nel cielo, e il desiderio di Erostrato avendo raggiunto una forza inusitata, egli si decise a violare la camera segreta di Artemide. Scivolò giù per i tornanti della montagna sino alla riva del Caistro e salì i gradini del tempio. Le guardie dei sacerdoti dormivano vicino alle sante lampade. Erostrato ne afferrò una e penetrò nel naos.

Un forte odore di olio di nardo si spandeva nell'aria. Le travi nere del soffitto d'ebano erano splendenti. L'ovale della stanza era diviso dalla tenda tessuta di filo d'oro e di porpora che nascondeva la dea. Erostrato, ansimando di voluttà, la strappò.


MARCEL SCHWOB  Vite immaginarie, 1896


mercoledì 20 luglio 2005

Parroco non celebra la messa funebre

"La signora conviveva: è peccato"


CATANZARO - Aveva scelto di convivere con un uomo

separato. Per questo, una volta morta, il parroco si è rifiutato di celebrare la messa funebre in suo onore. L'episodio si è verificato ieri a Marcellinara, un piccolo comune di 2200 abitanti in provincia di Catanzaro.



"Ho rispettato le norme ecclesiastiche: chi è convivente è un peccatore pubblico e quindi non ho celebrato la messa perché la signora non viveva da cristiana l'unione matrimoniale", ha dichiarato don Giuseppe Mazzotta, parroco della chiesa di Maria Santissima Assunta.


Fonte "Repubblica.it"

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO!!





Jacques Prévert,

PER TE AMORE MIO



Sono adato al mercato degli uccelli

E ho comprato degli uccelli

Per te

amore mio

Sono andato al mercato dei fiori

E ho comprato dei fiori

Per te

amore mio

Sono andato al mercato dei rottami

E ho comprato catene

Pesanti catene

Per te

amore mio

Poi sono andato al mercato degli schiavi

E ti ho cercata

Ma senza trovarti

amore mio.







Emily Dickinson

Fra le mie dita tenevo un gioiello
Quando mi addormentai.
La giornata era calda, era tedioso il vento
E dissi: "Durerà".

Sgridai al risveglio le dita incolpevoli,
La gemma era sparita.
Ora solo un ricordo di ametista
A me rimane.







Lei, che aveva bisogno di starsene sola, in pace, dimenticata, ora e abbracciata da tutti, da zii e cugini mai visti, da amici, da gente che d'un tratto le appare volgare e insopportabile. Qualcuno ha azionato il grammofono, si comincia a ballare, anche lei sarà costretta a farlo. Abbracciata all'uomo che sarà suo marito per sempre, Maria non vede più nulla. Solo una cosa pensa: «Voglio un figlio, lo voglio, voglio solo questo e due uova fritte».

La musica si interrompe di colpo. C'è grande imbarazzo. Maria non ha soltanto pensato quelle parole, le ha urlate.

Non c'è nessuna foto che racconti quel pomeriggio. E di sicuro il 20 luglio 1943, una domenica.


MARIO FORTUNATO  Foto-ricordo, 1988



martedì 19 luglio 2005

Antologia Palatina - Libro quinto
14
RUFINO



Dolce è il bacio di Europa, anche se tocca appena le labbra,

    dolce anche se sfiora appena la bocca;

non è alle labbra che s'accosta, ma preme la bocca,

    e dal profondo rapisce l'anima intera.







Questione morale?



Ieri sera seguivo la trasmissione di RAI 3 "Chi l'ha visto?".

Oltre ai casi delle persone scomparse, si parla anche dei vari misteri italiani che rimangono irrisolti (ma che forse si vuole apposta che rimangano irrisolti).

Un servizio parlava di Emanuela Orlandi e della banda della Magliana e una cosa davvero mi ha lasciato di stucco.

In una sontuosa basilica di Roma, quella di S. Appolinaire, c'e sepolto (assieme a vari cardinali) Enrico De Petis, uno dei capi della banda della Magliana (morto ammazzato), e accreditato di vari omicidi....

Bene (anzi, male), il suo corpo è sepolto in quella chiesa perchè è considerato un "benefattore", e il Vaticano non da altre motivazioni ???

Allora dove sta questa questione morale tanto pubblicizzata in occasione degli ultimi referendum?

.... senza parole.....







Interno della chiesa

E' quasi ora di pranzo!

Vado a preparare il mangime.

Buon appetito a tutti!!!









Barbona -  Maria Antonia Iannantuoni

 
"Ciao Barbona"
Mi accosto a lei,
smunta, lacera, sporca;
con l'animo pietoso,
allungo nella sua stanca mano
"un euro" lei nera stringe
la mia, pulita.
Mi scruta negli occhi,
mi impone il suo sguardo.
Vedo desolazione, paura, vuoto.
Una vita rovinata dalla stessa vita.
Nulla chiede, solo una mano amica.

19 luglio

«La vedrò!» esclamo il mattino quando mi sveglio e alzo gli occhi verso il sole in perfetta letizia, «la vedrò!». E per tutto il giorno non ho
altro desiderio. Tutto, tutto si dissolve in questa attesa.


JOHANN WOLFGANG GOETHE
I dolori del giovane Werther, 1774


lunedì 18 luglio 2005

Il vento
Emily  Dickinson



Come la luce,

Delizia senza forma -

E come l'ape,

Melodia senza tempo -



Come i boschi,

Segreto come brezza

Che, senza frasi, agita

Gli alberi più superbi -



Come il mattino,

Perfetto sul finire,

Quando orologi immortali

Suonano mezzogiorno!



Un giorno, il 18 luglio 1936, un uomo dalla barba rossa, con cappello e bastone, passava su un asino bianco per le vie di Guernica. Era mezzogiorno e, barcollando dal caldo, l'uomo si fermò in piazza proprio davanti alla nostra casa, superbo su quell'asino come un imperatore e, come fanno i bovari in montagna, emise un lungo grido: «Eloheee! ». Noi bambini accorremmo dal giardino e giù dalle scale e attraverso l'atrio dal magico tetto di vetro azzurro dove i quattro più piccoli giocavano al Paradiso terrestre: uno era Adamo ed Eva, uno il melo, uno l'angelo con la spada, e Modesta faceva da serpente in silenzio; corremmo da tutti gli angoli della casa fresca nella strada affocata e disposti elegantemente davanti al forestiero gridammo, cantando come lui: «Eloheee!» a due voci.


HERMANN KESTEN

I ragazzi di Guernica, 1939


domenica 17 luglio 2005

Sabbie mobili
Jacques Prévert

Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano già si e ritirato il mare
E tu
Come alga dolcemente accarezzata dal vento
Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano già si e ritirato il mare
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per annegarmi



Il diciassette luglio milleottocentottantatré, alle due e mezzo del mattino, Vincent, il custode del cimitero di Béziers, che abitava un piccolo fabbricato in fondo al campo dei morti, fu svegliato dai mugolii del suo cane, chiuso in cucina.

Balzò subito dal letto e vide che l'animale fiutava sotto la porta abbaiando con furore, come se qualche vagabondo avesse ronzato intorno alla casa. Allora prese il fucile e uscì cautamente.

Il cane si slanciò di corsa in direzione del viale generale Bonnet e si fermò di colpo accanto al monumento funebre della signora Tomoiseau.

Allora il custode, avanzando con circospezione, scorse un lumicino in prossimità del viale Malenvers: scivolò fra le tombe e fu testimone d'un orrendo atto di profanazione.

Un uomo aveva dissotterrato il cadavere d'una giovane donna sepolta il giorno prima, e lo toglieva dalla tomba.


GUY DE MAUPASSANT

La tomba, 1884




sabato 16 luglio 2005

Che sta facendo adesso
Nazim  Hikmet



Che sta facendo adesso

adesso, in questo momento?

È a casa? Per la strada?

Al lavoro? In piedi? Sdraiata?

Forse sta alzando il braccio?

Amor mio

come appare in quel movimento

il polso bianco e rotondo!

Che sta facendo adesso

adesso, in questo momento?

Un gattino sulle ginocchia

lei lo accarezza.

O forse sta camminando

ecco il piede che avanza.

Oh i tuoi piedi che mi son cari

che mi camminano sull’anima

che illuminano i miei giorni bui!

A che pensa?

A me? o forse... chi sa

ai fagioli che non si cuociono.

O forse si domanda

perché tanti sono infelici

sulla terra.

Che sta facendo adesso

Adesso, in questo momento?



Il giorno dopo. 16 luglio, ripresi lo stesso cammino ed essendomi inoltrato di più, vidi che la prateria e il ruscello non andavano più lontano perché incominciavano i boschi. Colà trovai diverse specie di frutta, specialmente dei poponi che coprivano il suolo, uva penzolante dalle viti, con grappoli ben gremiti e coloriti, a tiro per la vendemmia. Questa scoperta mi cagionò gioia e stupore insieme.

Ma io seppi moderare il mio desiderio e profittare di un'esperienza che era stata funesta per altri, perché mi ricordavo d'aver veduto, in Barberia, alcuni inglesi, schiavi come me, che erano stati colti dalla febbre e dalla dissenteria a forza di mangiar uva. Trovai però la maniera di rendere eccellente questa frutta facendola seccare al sole; speravo, come di fatto avvenne, di avere un cibo sano e gradevole nell'autunno.

Passai colà tutta la giornata: la sera non mi parve opportuno di ritornare a casa e per la prima volta, dal principio della mia vita solitaria, passai la notte fuori. Scelsi un rifugio simile a quello della prima notte dopo il naufragio, un folto albero sul quale dormii di un sonno profondo.


DANIEL DEFOE

Robinson Crusoe, 1719


venerdì 15 luglio 2005

L'APPARENZA


Era bello cenare in un ristorante in riva al mare, anche se l’umore non era dei migliori. Poco prima di uscire di casa avevo letto un'e-mail di risposta da una nota azienda che avevo contattato per un lavoro: avevo un curriculum molto interessante, ma non ero la persona che cercavano!

Ordinai una porzione di cozze alla marinara e raccontai alla mia ragazza della risposta per il posto di lavoro. Mi accorsi mi ascoltava distrattamente perché era interessata dalla coppia che sedeva nel tavolino accanto. Lei di 25 anni al massimo, bellissima. Lui di 50 minimo, insignificante, ben vestito. Subito Sabrina, la mia ragazza, li etichettò: "Vecchio-ricco con giovane-bella-mantenuta."

"E finiscila con i luoghi comuni" dissi con voce forse troppo alta. "Secondo te le donne cercano solo i soldi! Metti che lei sia sua figlia." Un bacio che si dettero immediatamente smentì subito la mia affermazione.

"Va bene" dissi io "non è la figlia, comunque potrebbero essere davvero innamorati."

La coppia finì di mangiare, si alzarono dal tavolo e lei passando davanti al nostro tavolo ci sorrise. Dopo un po’ finimmo di mangiare anche noi e chiedemmo il conto. "Il vostro conto è stato pagato dalla ragazza che sedeva vicino al vostro tavolo” ci disse il cameriere. “Mi ha pure chiesto di darle questo" disse porgendomi un cartoncino. Era un biglietto da visita:


 Paola Rossi

Amministratore Delegato

International spa.

Sul retro:

0234 252628. Ti aspetto per un colloquio.


Ragazzina
David Herbert  Lawrence



L'amore ha fatto scoppiare il suo ermetico cuore

Come nei campi un'ape, nera e ambra,

Rompe il bozzolo invernale, per arrampicarsi

Sull'erba intiepidita dai novelli raggi di sole.



Di malizia albeggiano i suoi occhi ora

E sull'iride colorata è un luccichio

Simile a quello sull'ali ripiegate

Dell'ape, prima del volo.



Chi, con un soffio conturbante, preciso,

Ha aperto le ali del giovane spirito timido?

Chi ha eccitato l'animo a un inesperto volo

Nei suoi occhi di giovane ape incerta?



Grave rende l'amore la sua voce;

Il ronzio delle sue ali esitanti, pesanti,

Fa tremare di consapevolezza le cose comuni

Che dice, e le sue parole rallegrano.



Nell'anno 1689, la sera del quindici luglio, l'abate di Kerkabon, priore di Nostra Donna della Montagna. passeggiava con sua sorella, la signorina di Kerkabon, in riva al mare per prendere il fresco. Il priore, già alquanto attempato, era un ottimo ecclesiastico, amato dai vicini ora, e in altri tempi dalle vicine. [...]

Guardava il mare, il priore e diceva alla sorella: «Ahimé! Qui s'imbarcò il nostro povero fratello colla nostra cara cognata, la signora di Kerkabon, sua moglie, sulla fregata la Rondinella, nel 1669, per andare a militare in Canadà. Se non fosse stato ucciso, potremmo sperar di rivederlo».

«Credete» diceva la signorina di Kerkabon «che nostra cognata sia stata mangiata dagli Irochesi, come ci è stato detto?»

VOLTAIRE

L'ingenuo, 1767




giovedì 14 luglio 2005

Da dove siamo nati?
Johann Wolfgang Goethe

Da dove siamo nati?
Dall'amore.
Come saremmo perduti?
Senza amore.
Cosa ci aiuta a superarci?
L'amore.
Si può trovare anche l'amore?
Con amore.
Cosa abbrevia il pianto?
L'amore.
Cosa deve unirci sempre?
L'amore.


Serial Killer



Oggi vi propongo un raccontino sul genere noir.
Spero di non essere stato troppo truculento
 




Carla sedeva impietrita sul suo letto dell’albergo, il sudore freddo come il ghiaccio le rigava la fronte, nei suoi occhi si leggeva chiara la paura, tra le mani serrate il giornale di oggi. Buttò giù la tisana che le avevano portato in camera assieme al quotidiano. La notizia che aveva appena letto era davvero terribile, "Ancora una aspirante attrice vittima del serial killer" e sotto la classica "la polizia brancola nel buio". Ma non lei. Lei aveva capito tutto ed aveva paura, parecchia paura. Conosceva le vittime ed il nesso che le univa: erano tutte legate in qualche modo al concorso "Un corpo per vendere" organizzato, diceva l’annuncio, per trovare una ragazza da utilizzare in uno spot televisivo. Lei le aveva incontrate quando era andata per il provino.

Tutte erano state uccise con qualcosa attinente alla bellezza. La prima era morta orribilmente dopo che si era passata una crema per il corpo, crema che era stata sostituita con un gel corrosivo ad azione ritardata dall’assassino. La seconda fulminata nella vasca dell’idromassaggio a causa di due fili elettrici abilmente messi a nudo e a contatto dell’acqua. La terza vittima era stata uccisa con un overdose di una sostanza usata nella liposuzione. Un’altra ragazza era stata trovata con i seni amputati e praticamente impalata. Quest’ultima invece è stata scalpata e con le unghie strappate. Tutte avevano risposto a quell’annuncio, come aveva risposto lei.

L’unica cosa da fare era di cercare aiuto e far capire che lei sarebbe stata una possibile vittima, ma si rese conto di non riuscire più a muoversi, di essere paralizzata.

La tisana…..


Andai allo scaffale e afferrai una storia della città di Parigi, che sfogliai restando in piedi. C'erano piante e disegni dell'antico quartiere sulla riva sinistra. E nella mia memoria affiorò quello strano 14 luglio che avevamo trascorso davanti all'osteria nella stretta, antichissima Rue de l'Hirondelle, seduti davanti a un barile a guardare la danza delle fanciulle del vicino "hotel", in abiti variopinti. E rividi fra loro il giovane dai capelli rossi che suonava lo sconosciuto strumento simile a un flauto. Ma la danza divenne più rumorosa e coprì la sua esile musica. Lui tossì come un tisico e i suoi suoni si fecero più stridenti e si interruppero. Allora gettò lo strumento, lo calpestò e gridò: «Voglio cantare» e crollò a terra.


FRANZ HESSEL

Romanza parigina, 1920