domenica 31 luglio 2005

Non ricordava da cinque anni una sera di luglio così fresca, e, consegnandosi indifeso all'eccesso di sensazioni, abbrividì, come se l'estate fosse morta di colpo, vide staccarsi dal cielo profondo la nuda architettura dell'Appennino e nascere presso le vette le prime stelle, incredibilmente liquide e diacce come nelle notti di gennaio. Si trasferiva alla più lucente che era larga e abbandonata come uno sguardo di pietà. Di lì scorgeva la Terra e le case degli uomini, vedeva imbrunire nell'umidità della sera le rive e le pianure d'Europa. D'improvviso non era una sera come tutte l'altre che prima s'erano adagiate sulla faccia della terra, come tutte l'altre che dopo verranno. Era il 31 luglio 1914.


GIUSEPPE ANTONIO BORGESE

Rubè, 1921


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