mercoledì 14 settembre 2005

William Shakespeare

Dovrei paragonarti a un giorno d'estate?
Tu sei ben più raggiante e mite:
venti furiosi scuotono le tenere gemme di maggio
e il corso dell'estate ha vita troppo breve:
talvolta troppo cocente splende l'occhio del cielo
e spesso il suo volto d'oro si rabbuia
e ogni bello talvolta da beltà si stacca,
spoglio dal caso o dal mutevol corso di natura.
Ma la tua eterna estate non dovrà sfiorire
né perdere possesso del bello che tu hai;
né morte vantarsi che vaghi nella sua ombra,
perché al tempo contrasterai la tua eternità:
    finché ci sarà un respiro od occhi per vedere
    questi versi avranno luce e ti daranno vita.

da i sonetti







6 commenti:

  1. anche le tue parole mi rasserenano sempre..

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  2. E tu mi metti qui i sonetti... così?

    Sai che li adoro vero? No? Ora lo sai ;)

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  3. buon vecchio guglielmo... sempre attuale!

    bacibà

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  4. Chissà.... ;)



    Buona giornata!

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  5. buondi:

    "E d'un tratto capii che il pensare e' per gli stupidi,

    mentre i cervelluti si affidano all'ispirazione".

    Malcolm McDowell



    FeAu

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