Nel respingermi con le tue mani, m'invitavi.
E poi quieta ristavi, con una densa
aureola di sangue negli occhi azzurri,
sereni, come due turchesi, nella figura.
Dove trovavi quel fuoco grande e debole,
quel tuo futuro? La tua bocca fine e rosea,
eguale a una ferita, divenuta una brace,
a stento con la mia bocca le toglievi il suo fuoco.
Con serti di fiori ti legavo, e non te ne andavi!
Così falso il tuo sforzo, che quella farfalla
che su te si librò, sarebbe uscita vincitrice,
pugnando le sue ali con le tue braccia.
Juan Ramón Jiménez
Ciao Franco, sono passata dal tuo blog per auguranrti con affetto e un bacio una serena domenica Silvana
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