La lettera era datata 18 settembre 1952 (eravamo ormai al 22 settembre) e Lo indicava il seguente indirizzo: ,,Fermo posta, Coalmont» (Non «Virginia>>, non «Pennsylvania», non «Tennessee»... e neppure «Coalmont», del resto... ho camuffato tutto, amor mio). Opportune ricerche appurarono che si trattava di un piccolo centro industriale a circa milletrecento chilometri da New York. Pensai dapprima di viaggiare per tutto il giorno e per tutta la notte, ma poi cambiai idea e mi riposai per un paio d'ore, verso l'alba, nella stanza di un albergo per automobilisti, pochi chilometri prima della cittadina. Ero pervenuto alla conclusione che il demone, questo Schiller, fosse un rappresentante di automobili e che avesse forse conosciuto la mia Lolita dandole un passaggio a Beardsley – il giorno in cui ella aveva forato una gomma della bicicletta mentre si recava dalla signorina Emperor– e combinando magari qualche pasticcio sin da allora.
VLADIDIIR NABOKOV
Lolita, 1955
lo-li-ta...lo-li-ta...
RispondiEliminabacibà
Come sempre...trovi cose interessanti da postare. Baci Silvana
RispondiEliminaciao a presto
RispondiEliminami e'venuto tutt o bisnco come mai
RispondiEliminaho cambiato template perche'veniva tutto bianco, sei in chat?stasera ero disponibile
RispondiEliminache fai e'un po'che nn ti si vede
a ciao
non so'cos'e'successo va be'pazienza
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