Il 9, verso sera, si formò in Val di Savena un turbine ciclonico, come scrissero i giornali in cronaca, che scatenò sul borgo di San Ruffillo grande violenza di tuoni, fulmini, acqua, grandine e vento. Fece del danno assai, intorbidò molto e gonfiò la scarsa vena del Savena, fece uno stermino di tegoli, mostrò, al dire del prete della Pieve del Pino, che la divinità cominciava a averne abbastanza della nequizia umana; e rinfrescò l'aria quando veramente pareva che l'afa non fosse più sopportabile. [...]
I torbidi avevano richiamato Re Vittorio, che era a caccia sulle sue Alpi, alla Capitale e al caldo. Il 9 d'agosto verso sera, inquieto, si era portata una seggiola nel vano di una finestra del Quirinale, e fumando un sigaro guardava col melanconico furore di un cacciatore costretto a perdere la caccia, la piazza di Monte Cavallo e i due eroici nudi delle statue, ferme nell'armoniosa tristezza della perfezione greca; ascoltava il singulto della fontana nella vasca, che pareva la voce crepuscolare di Roma estiva sontuosa.
RICCARDO BACCHELLI
Il diavolo al Pontelungo, 1927
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