«Il 2 ottobre, di buon mattino, si pianta davanti alla caserma e attende con tutta calma che il tenente esca. Gli si fa incontro, il tenente tira fuori la sciabola, ma Leo Golowski lo afferra per il braccio, non lo lascia, gli caccia l'altro pugno sotto il naso; e il resto è venuto da sé. Si racconta anche che Leo abbia buttato in faccia al tenente queste parole... se sia vero, non lo so.»
«Quali parole?» domandò Georg incuriosito.
«Ieri, tenente, lei era più di me, per ora siamo pari, ma domani a quest'ora uno di noi sarà nuovamente qualcosa più dell'altro.»
«Sembra un po' talmudico» osservò Breitner.
«Lei può certo giudicarlo meglio di chiunque altro, Breitner» disse Willy, e continuò: «Dunque, il mattino dopo ha avuto luogo il duello, sulle rive deserte del Danubio. Tre scambi di colpi. Venti passi di distanza. In caso di mancanza di risultato, la sciabola, fino all'ultimo sangue... I primi colpi vanno a vuoto, da entrambe le parti, e dopo il secondo... beh, dopo il secondo Golowski era davvero qualcosa di più dell'avversario, perché quello era meno di nulla... un cadavere...».
ARTHUR SCHNITZLER
Verso la libertà, 1908
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