lunedì 23 gennaio 2006

 


Se lei potesse venire qui da me



ora che la violenza della falce



ha disegnato sentieri nel sole



e le rondini già fendono l'aria



al tramonto! Se venisse da me!



 



Se lei potesse venire ora da me



prima che le campanule sfioriscano falciate,



mentre le vecce si infiammano, prima



che cercando freschezza i pipistrelli



cadano nella notte; oh se venisse!



 



Staccati i cavalli, il crepitio della macchina



tace. Se lei venisse raccoglieremmo il fieno



sulla collina e tranquilli giacere



davvero potremmo fin quando il cielo verde



non avesse più brividi nel lucore fremente.



 



Vorrei lasciarmi andare sopra il fieno



con la mia testa sulle sue ginocchia,



disteso, abbandonato, mentre lei



quietamente respira su di me



e silenziose crescono le stelle.



 



Vorrei giacere, immobile



come se fossi morto, ma sentendo



che la sua mano furtiva accarezza



la mia testa, il mio viso,



fino a quando si sciolga il mio dolore.



 



DAVID HERBERT LAWRENCE



 


 

3 commenti:

  1. Come il sogno di una notte d'estate e la speranza per me che il tuo dolore dura lontano.

    Sentire tutte le odore, ascoltare il ruscellamento.

    Rendersi invisibile agli occhi degli altri quando sarebbe necessario e teleportarsi...

    Non avere piu nozione del tempo ne di niente.

    Vorrei realizzare questo viaggio.

    Un bacio dall' aeroporto.

    NessUno.

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  2. Ti sento struggente e malinconico in questa poesia che hai scelto.La foto non lo è da meno.

    Penso che durante la mia assenza ...il tuo cuore ha subito qualche scossone!ciao.

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