mercoledì 29 giugno 2005

Verso le sei, benché fossimo al 30 giugno, era già notte, e il boato continuo del tuono si mescolava al frastuono sotterraneo del treno. Consumate in qualche stazione delle bevande color rosa, contenute in bicchieri di cartone, tutti, contadini e soldati, cominciarono a dormire. Io non avevo più con me nessuna provvista, e cominciai a desiderare in maniera spasmodica dell'acqua. Più tardi desiderai del caffè, più tardi ancora del cognac. Poi desiderai una coperta, perché il freddo era intenso, ma per tutta la sera e la notte e poi la mattinata seguente non ebbi mai né acqua, né caffè, né una coperta, né alcun altro conforto, salvo quello che dirò ora.

Avevo trascorso tutta la notte in un angolo del sedile di legno, circondata da soldati giovani e trasandati che dormivano uno sulle ginocchia dell'altro, sfiniti dal sonno. Intorno al treno c'era stata, tutta notte, una nuvola rossa, che non sapevo a che cosa attribuire: elettricità, riverbero della tempesta, scintille?


ANNA MARIA ORTESE

Il treno russo, 1987

3 commenti:

  1. Mi hai messo curiosità. Cercherò questo libro.

    RispondiElimina
  2. ciao,oggi si sta'meglio come temperatura,

    ho comperato l'ennesimo libro sul pc

    paranoica eh?piu'tardi attivo la chat

    se ci sei parliamo ....a presto

    RispondiElimina
  3. saranno problemi d server

    RispondiElimina