Verso le sei, benché fossimo al 30 giugno, era già notte, e il boato continuo del tuono si mescolava al frastuono sotterraneo del treno. Consumate in qualche stazione delle bevande color rosa, contenute in bicchieri di cartone, tutti, contadini e soldati, cominciarono a dormire. Io non avevo più con me nessuna provvista, e cominciai a desiderare in maniera spasmodica dell'acqua. Più tardi desiderai del caffè, più tardi ancora del cognac. Poi desiderai una coperta, perché il freddo era intenso, ma per tutta la sera e la notte e poi la mattinata seguente non ebbi mai né acqua, né caffè, né una coperta, né alcun altro conforto, salvo quello che dirò ora.
Avevo trascorso tutta la notte in un angolo del sedile di legno, circondata da soldati giovani e trasandati che dormivano uno sulle ginocchia dell'altro, sfiniti dal sonno. Intorno al treno c'era stata, tutta notte, una nuvola rossa, che non sapevo a che cosa attribuire: elettricità, riverbero della tempesta, scintille?
ANNA MARIA ORTESE
Il treno russo, 1987
Mi hai messo curiosità. Cercherò questo libro.
RispondiEliminaciao,oggi si sta'meglio come temperatura,
RispondiEliminaho comperato l'ennesimo libro sul pc
paranoica eh?piu'tardi attivo la chat
se ci sei parliamo ....a presto
saranno problemi d server
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