mercoledì 22 giugno 2005

Per il brano dedicato a questa giornata, un autore contemporaneo, scrive libri di sucesso in genere poi  sceneggiati per la versione cinematografica



La mattina del 22 giugno fu grigia e nebbiosa. Peter Elliot si svegliò alle sei e vide il campo già in attività. Munro girava intorno al perimetro, con gli abiti inzuppati sino al petto dalle foglie umide. Accolse Elliot con un'occhiata di trionfo e puntò il dito verso terra.

C'erano orme fresche. Erano corte e profonde, di forma quasi triangolare e con un notevole spazio tra l'alluce e le altre quattro dita — largo quanto quello che c'è tra il pollice e le dita umane.

«Sicuramente non umane,» disse Elliot chinandosi per vederle più da vicino.

Munro non disse niente.

«Una specie di primate, senza dubbio.» Munro non disse niente.

«Ma non può essere un gorilla,» concluse Elliot raddrizzandosi. La comunicazione video ricevuta la sera prima aveva rafforzato in lui la convinzione che i gorilla non c'entrassero. I gorilla non uccidevano i loro simili come era stata uccisa la madre di Amy. «Non può essere un gorilla,» ripeté.

MICHAEL CRICHTON Congo, 1980

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