29 giugno. Saigon
Città desolata, deserta, provinciale: con lunghi viali e rettifili dove cresce l'erba sotto enormi alberi tropicali... La corsa non finisce mai. Finalmente arriviamo in un quartiere cinese pieno d'insegne dorate dai bei caratteri neri, di piccole banche, di agenzie d'ogni sorta. Davanti a me, al centro di un largo viale ricoperto d'erba, folleggia un trenino a scartamento ridotto. 37, 35, 33,... alt! Ci fermiamo davanti a una casa simile a tutte le altre del quartiere: un "compartimento". Agenzia imprecisata. Attorno alla porta placche di ditte commerciali cantonesi poco conosciute. Nell'interno, dietro a sportelli polverosi e cadenti, sonnecchia-no due impiegati cinesi: cadaverico l'uno, vestito di bianco, obeso l'altro, color terracotta, nudo fino alla cintola. Al muro oleografie di Sciangai: ragazze con la frangetta diligentemente incollata sulla fronte, mostri, paesaggi. Davanti a me tre biciclette ammucchiate. Mi trovo in casa del presidente del Kuomintang della Cocincina.
ANDRÉ MAI,RAUX I conquistatori, 1928
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