Una mattina calda. affannosa, il 26 del giugno, capitarono le prime notizie di una battaglia orribile: l'Austria era disfatta, diecimila morti, ventimila feriti, le bandiere perdute, Verona ancora nostra, ma vicina a cedere, come le altre fortezze, all'impeto infernale degli Italiani.
Mio marito era in villa, e doveva starci una settimana. Suonai con furia; la cameriera non veniva; tornai a suonare; si presentò all'uscio il domestico.
«Dormite tutti? maledetti poltroni. Fammi venire subito il cocchiere, ma subito, intendi?»
CAMILLO BOITO Senso, 1883
domenica 26 giugno 2005
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