venerdì 17 febbraio 2006


Un mio racconto ...



 



Dal buio affiorano tutti i momenti più belli della mia vita, tutte le persone che ho amato.



E' dunque questo il passaggio tra la vita e la morte?



Sento il freddo dell'acqua che mi circonda e inizia ad entrare in bocca e nel naso.



Sento mille mani che cercano di afferrarmi, mai io gli scivolo sopra.



Sento che sto perdendo i sensi...



Un calore mi investe il viso, un calore familiare, come se ci fosse il sole a scaldarmi. Anche un rumore che distinguo benissimo... no, non è un rumore, è un suono bellissimo, quello delle onde del mare che si infrangono sugli scogli.



Un formicolio su tutto il corpo. Sono vivo, o è solo un illusione?



Ancora non ho aperto gli occhi, forse per la paura di vedere dove sono.



Qualche cosa di caldo si appoggia sulla mia guancia, una mano. Riesco a socchiudere gli occhi e vedo delle ombre indistinte davanti a me.



Piano piano riesco ad aprire meglio gli occhi e cerco di mettere a fuoco quello che ho davanti. Una donna, una donna bellissima. Ora la distinguo bene il suo viso: bianco, le labbra rossissime, i capelli scuri che controluce evidenziano dei bellissimi riflessi rossi. Mi colpiscono i suoi dolcissimi occhi azzurri che mi guardano rassicurandomi.



Lentamente riesco a prendere coscienza di quello che mi sta attorno: sono sdraiato sopra uno scoglio, vicino al mare, sento gli schizzi d'acqua sul corpo e la sensazione è gradevole.



La splendida continua a sorridermi senza ancora aver detto una parola. Ora distinguo anche il suo corpo: è inginocchiata al mio fianco e il suo seno è scoperto, un seno bellissimo.



Ora che l'immagine è molto chiara apprezzo ancora di più la sua bellezza, esaltata da due conchiglie azzurre che porta come orecchini e una collana di coralli. Un piccolo neo alla sinistra del mento rende il suo viso familiare, ma è una sensazione.



Cerco di sollevarmi per prendere una posizione più comoda. La ragazza mi aiuta prendendomi per le spalle. Ora sono seduto e riesco a vedere meglio tutto quello che mi circonda: il mare, il cielo, il sole, gli scogli, la ragazza.



I miei occhi inevitabilmente vanno a cercare la parte del suo corpo che fino a quel momento non avevo potuto vedere a causa della mia posizione.



Fui colto da una sensazione di orrore e il mio corpo si irrigidì come vidi quello che c'era sotto il suo busto: era un pesce, una coda di pesce!



Sentii un crampo allo stomaco, ero terrorizzato e lei si accorse del mio stato d'animo e vidi il suo viso rattristarsi.



“Non aver timore, non sono un mostro” mi disse con una voce calda,  molto bella e rassicurante.



“Sei una sirena, ma le sirene non esistono, sono frutto della fantasia” e mentre dicevo queste parole istintivamente mi allontanavo da lei.



Allora forse sono davvero morto, queste cose non esistono sulla Terra.



Lei mi prese una mano e mi sentii rassicurato, poi incominciò a parlare:



“Devi stare tranquillo, non sarei mai in grado di farti del male. Sono una sirena perché sono



vittima di una specie di incantesimo. Prima ero una donna come le altre. Ma anche a me capitò quello che è capitato a te: stavo annegando e qualcuno mi salvò, qualcuno che vive da sempre in fondo al mare. Dovevo scegliere, o morire o diventare una sirena”



Ascoltai il suo racconto incredulo. Stavo vivendo una favola, si perché queste cose le ho lette solo sui libri di storie fantastiche.



La sirena continuò a parlare:



“Questo incantesimo potrebbe non essere per sempre, potrebbe pure sciogliersi ad una particolare condizione”



Incominciai a sentire un'attrazione nei suoi confronti, sarà il suo aspetto familiare, o, come sapevo dalle favole, veramente le sirene riescono ad incantarti con la loro voce.



Non riuscivo a parlare affascinato dal suo racconto..



Continuò:



“Per sciogliere l'incantesimo devo trovare un uomo che provi un'attrazione per me nonostante il mio aspetto e quest'uomo deve baciarmi con passione e trasporto. Solo così potrei ritornare ad essere una donna”



Mentre pronunciava queste parole avvertii un velo di tristezza nei suoi bellissimi occhi. Era davvero bella e volevo aiutarla. Lei mi aveva salvato la vita, anche se non sapevo se quello che stavo vivendo era la realtà, un sogno oppure ero morto.



Avvicinai le mie labbra alla sua bocca. Ormai la paura era passata e provavo un'attrazione  vera per lei. Le nostre bocche si congiunsero, sapeva di buono, conoscevo il suo sapore.



Il baciò diventava sempre più appassionato e le lingue cominciarono a cercarsi sempre più avidamente.






Intorno a noi la luce diventava sempre più forte, tutto diventava sempre più indistinto.



Io cominciai ad accarezzarla sui fianchi, le baciai il seno.



Volevo fare l'amore con lei e istintivamente la mano andò a cercare le sue gambe.



Erano lisce e calde. L'incantesimo si era sciolto.



Lei mi guardò con riconoscenza, anche se nei suoi occhi azzurri rimaneva il velo di malinconia.



Le sue gambe si aprirono sotto il mio corpo.



Furono attimi di passione bellissimi. I nostri corpi sembrava si conoscessero da sempre.



Arrivammo insieme al culmine dell'estasi, ma proprio in quel momento successe una cosa stranissima.



Il cielo divento nero e il mare diventò minaccioso con le onde che si abbattevano con violenza sugli  scogli.



Era impossibile, il tempo non può cambiare così improvvisamente.



La sirena mi guardò come se sapesse cosa stava succedendo.



Ad un certo punto un rumore come uno schiocco sordo di un fulmine, ma molto più forte, arrivò dal mare.



Mi girai istintivamente per vedere cosa era stato. Anche dopo tutto quello che mi era capitato non credevo a quello che stava succedendo in mare.



Si era formato un vortice e dal centro stava emergendo un'imponente figura dalle sembianze umane, anche se sembrava che il suo corpo fosse composto d'acqua.



Incominciò a parlare diretto alla sirena:



“Lo sapevi che non dovevi farlo, ora sai cosa ti aspetta”



Non ci capivo più nulla, lei si girò verso di me e mi diede un bacio sulle labbra e disse:



“Grazie, non potevo terminare la mia esperienza da essere vivente senza provare quello che ho provato con te”



Ero sempre più confuso, mi girava la testa.



Il mare si ingrossò e un onda gigantesca colpì lo scoglio dove ci trovavamo. Persi l'equilibrio e mi aggrappai a lei. Sentii il la sua testa che mi scivolava tra le mani, poi un suono fortissimo e intermittente.



Nuovamente il buio.



Per un tempo che non so quantificare ci fu un silenzio totale.



Di nuovo il formicolio nel corpo, e piano piano ripresi a sentire dei rumori, delle voci:



“Si sta riprendendo! Fate largo! Fatelo respirare!”



Le ombre che avevo attorno presero forma.



Tantissime persone erano intorno a me.



“Te la sei vista brutta. Ti abbiamo ripescato appena in tempo. Ancora un poco e ci lasciavi le penne”



Ero stordito. Avevo le mani serrate a pugno. Cercai di rialzarmi per capire dove ero adesso.



C'erano una decina di persone intorno a me. Due avevano la tuta arancione.



Ero sempre sullo scoglio e vicino al mare che intravedevo tra le gambe della gente che incominciava ad allontanarsi.



“Ti abbiamo ripescato sotto lo scoglio, per tua fortuna eri privo di sensi, devi aver sbattuto la testa, anche se bernoccoli o ferite non ne abbiamo visto” disse uno degli uomini con la tuta arancione.



Ormai ero in me. Quindi ho sognato, stavo per morire annegato e ho sognato tutto.



Mi guardo intorno per capire esattamente dove ero.



Ero sugli scogli, sempre li.



La mia attenzione fu attirata da uno scoglio che emergeva dall'acqua. Mi alzai per vedere meglio.



Aveva una forma non consueta, sembrava la coda di un grosso pesce che usciva dall'acqua.



“La natura è bizzarra” disse una persona vicina a me che si accorse che guardavo lo strano scoglio.



“E' la “coda di sirena”. Così si chiama. Una leggenda dice che prima fosse appunto una bellissima sirena, trasformata in scoglio perché fece qualcosa che le sirene non devono fare: innamorarsi di un uomo”



Fui preso da un angoscia nel sentire queste parole.



Mi accorsi di avere ancora le mani serrate come se stringessi qualche cosa.



In effetti in una stringevo qualche cosa.



Sentii un tuffo al cuore quando vidi sul mio palmo un orecchino con una conchiglia azzurra.



Sogno, realtà, passaggio tra la vita e la morte, non importa, la sirena rimarrà sempre nel mio cuore e questa conchiglia azzurra rimarrà sempre con me.



Ed ogni anno ritornerò su questo scoglio per renderle omaggio e ricordare l'amore che ha saputo darmi in quegli istanti di splendida fantasia... o realtà.



 




Franco

13 commenti:

  1. Sullo scoglio,sembra risonare la voce della sirena che ti ritiene ancora prigioniero.Sei geniale, è troppo realisto.Bravo.Adoro.Ti adoro.Baci.

    NessUno

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  2. penso..che

    qundo non scrivi poesie altrui,riusciamo davvero a cogliare te e la tua vera essenza! Parole bellissime...Complimenti!

    Vivendolestelle

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  3. Molto bello questo racconto,sembra una favola d'altri tempi! ciao Sofia

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  4. Vorrei tanto che nel fondo dei tuoi occhi,vedi lo sfavillio d'un diamante.

    NessUno

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  5. Bello il racconto. Ma è lo scoglio nel porticciolo di Villasimius?

    Un saluto

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  6. che bela storia franco ciao

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  7. bonne dimanche, mon cheri!

    bacibà

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  8. Franco , ma perché non scrivi più spesso ?

    Ti assicuro che ho letto ognuna delle tue parole come se le stavo vivendo dal vivo.

    Fantastico davvero.

    Un vero film, grazie per questo post.



    Sonia

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  9. ilmercantedisogni.splinder.it19 febbraio 2006 alle ore 10:00

    ...davvero magia questo racconto....parole e sensazioni davvero uniche

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  10. ciao buona settimana

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  11. Bellissimo questo racconto, travolgente, devastante, toccante. Una favola bellissima, un sogno, un'illusione o forse una realtà speciale. Mi hai fatto venire i brividi. Complimenti.

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  12. Piaciuto anche a me. Complimenti, grandi.

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  13. Forse facciamo gli stessi sogni ;)

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