giovedì 9 febbraio 2006

 



O da lungi si cara, e bianca, e cara



tanto vicina, Mary, così te



deliziosamente, ch'io mi fingo



un qualche raro balsamo emanato



su un portafiori di cristallo, vuoto,



annerito dal tempo, sì, lo sai...



Ecco che anni e poi anni, ecco che sempre



l'abbagliante sorriso mi prolunga



la stessa rosa e la sua estate bella



che si immerge nel tempo andato e poi



anche in quello futuro. E il cuore che



nelle notti comprendersi, talvolta,



cerca o con qualche nuovo nome, sempre



più tenero, chiamarti, mi si infiamma



per quello di sorella, detto solo



in un bisbiglio, testolina cara



e tesoro sì grande, se non fosse



che ben tutt'altra tu mi insegni, un'altra



dolcezza, sussurrata a bassa voce



col solo bacio in mezzo ai tuoi capelli.


 


Sthephane Mallarmè




 

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