venerdì 3 febbraio 2006

 



Il vetro



 



Che lunghe, le notti d'inverno,



in certi luoghi belle ma terribili,



che ci hanno accolto con apparente dolcezza:



piove, e tira vento, e gela impietosamente,



e spesso mi sveglio, turbato, in piena notte,



e mi conforta sentire il respiro del tuo corpo giovane



che dorme, indifeso, accanto a me,



ma di colpo mi prende la paura



quando passo la mano sui tuoi fianchi



e ti sento fredda e ghiacciata



come il vetro che ci separa dall'esterno:



mi accorgo, allora,



che non sei tu la mia donna



né questa la mia città,



ma mi spaventa soprattutto la possibilità



che questo nemmeno sia il mio tempo



- la paura di trovarsi esposto alle intemperie –



e non posso che svegliarti, agitato,



affinché tu mi sostenga ancora nel nostro presente,



tuttora giovane e così fragile.



 



Alex Susanna



 


3 commenti:

  1. Non c'è nulla di più triste che condividere un letto con uno sconosciuto...soprattutto se crediamo di amarlo!

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  2. buon week-end a te, mio caro!

    bacibà

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  3. Mi piace trovare il letto caldo e il mio lui, che è lì pronto a riscaldarmi!

    Buon fine settimana

    Silvana

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