martedì 4 aprile 2006


La cosa che si disponeva a fare consisteva nell'incominciare
 un diario.

 Ciò non era illegale (nulla era illegale, poiché non
c'erano più leggi); ma
se comunque fosse
stato scoperto, non c'era dubbio che sarebbe stato

condannato a morte, o a venticinque anni almeno
di lavori forzati.

Winston infilò un pennino nella cannuccia e lo
succhiò, come s'usa,

per facilitare la presa dell'inchiostro. La penna era uno strumento
antiquato, che si adoperava assai di rado, perfino
per le firme importanti,
e lui se n'era procurata
una di nascosto e non senza difficoltà, solo perché

sentiva che quei bei fogli color crema meritavano
che ci si scrivesse sopra
con un vero pennino, anziché
d'essere grattati con una delle solite matite

a inchiostro. Veramente non aveva l'abitudine di scrivere a mano.
Con l'eccezione di qualche breve appunto, di solito
dettava ogni cosa al dittografo,
un apparecchio
che registrava e trascriveva tutto ciò che si diceva
in un microfono,
e che era assurdo pensar di adoperare
nella presente circostanza.

Intinse la penna nel calamaio e quindi esitò un istante.
Ebbe un tremito fin nelle budella.

Segnare la carta sarebbe stato l'atto decisivo.
Con certe piccole goffe cifre, scrisse:

«4 aprile 1984».

GEORGE ORWELL 1984, 1949




3 commenti:

  1. ah! grandioso!

    buona serata a te :)

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  2. ciao come va'io sono molto presa

    ma non dimentico gli amici

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  3. con anticipo... ti auguro buon giovedì

    bacibà

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