giovedì 9 marzo 2006




Una notte






Era volgare e squallida la stanza,



nascosta sull'equivoca taverna.



Dalla finestra si scorgeva il vicolo,



angusto e lercio. Di là sotto voci



salivano, frastuono d'operai



che giocavano a carte: erano allegri.






E là, sul vile, miserabile giaciglio,



ebbi il corpo d'amore, ebbi la bocca



voluttuosa, la rosata bocca



di tale ebrezza, ch'io mi sento ancora,



mentre che scrivo (dopo si gran tempo!),



nella casa solinga inebriare






COSTANTINOS KAVAFIS




5 commenti:

  1. Franco Magnifica Scelta..

    Bellissime parole........Bella poesia!

    Tu hai un cuore immenso!

    kiss..

    buonagiornata!

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  2. Ma chi si ferma è perduto, lo sai :D



    Bacio buon w-e!

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  3. Bella.... sensuale...

    ciao

    Gio

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  4. In effetti ,quando i sensi sono inebriati dalla forte emozione dell'incontro,poco importa la bellezza del luogo.

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