Una notte
Era volgare e squallida la stanza,
nascosta sull'equivoca taverna.
Dalla finestra si scorgeva il vicolo,
angusto e lercio. Di là sotto voci
salivano, frastuono d'operai
che giocavano a carte: erano allegri.
E là, sul vile, miserabile giaciglio,
ebbi il corpo d'amore, ebbi la bocca
voluttuosa, la rosata bocca
di tale ebrezza, ch'io mi sento ancora,
mentre che scrivo (dopo si gran tempo!),
nella casa solinga inebriare
COSTANTINOS KAVAFIS
Franco Magnifica Scelta..
RispondiEliminaBellissime parole........Bella poesia!
Tu hai un cuore immenso!
kiss..
buonagiornata!
Ma chi si ferma è perduto, lo sai :D
RispondiEliminaBacio buon w-e!
Bella.... sensuale...
RispondiEliminaciao
Gio
In effetti ,quando i sensi sono inebriati dalla forte emozione dell'incontro,poco importa la bellezza del luogo.
RispondiEliminabuou we
RispondiEliminabacibà