una versione aggiornata delle tre scimmiette...
che per l'occasione diventano quattro
Non m'accende amore.
Più non m'incanta il dolore.
Senza pietà è mia vita.
Passano i giorni e grida
l'anima mia smarrita.
Forse la giovinezza
è camminando.
Nel buio della notte
la tempesta s'ascolta
lacrimando.
Di notte al tavolino, per morire
decisi di mai più scrivere
ma ricordare vivendo
gli amori di un tempo.
Chi vive di ricordi
s'innamora!
DARIO BELLEZZA
Tu mi dissodi
e mi getti
il seme d'ortica
tra le gambe
la crudeltà
del tuo fuoco
mi gonfia
ma ripiego
nel mio sangue
col ventre aperto
ti spopolo
ANISE KOLTZ
FINE DELLA GIORNATA
Sotto una luce vivida
corre, si sfrena, si contorce
insensata la Vita
con stridula impudenza. Così, appena
dilaga voluttuosa, la notte
ogni cosa placcando, anche la fame,
d'ogni cosa guarendo, anche della vergogna,
dice fra sé il Poeta: <<Finalmente!
Al pari delle vertebre
anela la mente al riposo.
Col cuore pieno di funebri sogni
mi sdraierò sulla schiena
per avvolgermi, tenebre, nei drappi
della vostra freschezza!>>
BAUDELAIRE
L'amore (non) è eterno
Non può durare. Certo non durerà.
Si attacca l'amore smaniando
al tuo corpo bruciante e corre ad altre
eterno solo in questa sua vicenda.
Il resto che si dice è peste e corna
di poveri poeti
DARIA MENICANTI
Per coloro che si amano
Che tra le loro mani il fiume si meravigli
Che tra le loro labbra i respiri siano stellati
E prodiga la brezza al loro accordo
Che parlino lo stesso linguaggio
Che partano e poi che veglino
Che soprattuto veglino
Le trappole sono tese
Fin dentro il loro cuore.
ANDREE CHEDID
Sia lode a te, Satana, nel più alto
dei Cieli, dove un tempo regnasti, e nel profondo
Inferno, dove, vinto, giaci in sogni silenti!
Possa un giorno la mia anima riposarti vicino,
quando sulla tua fronte, come un Tempio novello,
l'Albero della Scienza allargherà i suoi rami!
BAUDELAIRE
Dopo un lungo silenzio ora parliamo;
estraniati o morti gli altri amanti,
celata nella propria ombra la luce
avversa della lampada, calate
sopra la notte avversa le cortine,
giusto è che dibattiamo senza fine
il sommo tema dell'Arte e del canto:
è decrepito il savio; ci amavamo
in giovinezza e s'era noi ignoranti
YATES
Sorriderti forse è morire,
porgere la parola
a quella terra leggera
alla conchiglia in rumore
al cielo della sera,
a ogni cosa che è sola
e s'ama col proprio cuore.
ALFONSO GATTO
Ero per strada, in mezzo al suo clamore
Esile e alta, in lutto, maestà di dolore,
una donna è passata. Con un gesto sovrano
l'orlo della sua veste sollevò con la mano.
Era agile e fiera, le sue gambe eran quelle
d'una scultura antica. Ossesso, istupidito,
bevevo nei suoi occhi vividi di tempesta
la dolcezza che incanta e il piacere che uccide.
Un lampo... e poi il buio! - Bellezza fuggitiva
che con un solo sguardo m'hai chiamato da morte,
non ti vedrò più dunque che al di là della vita,
che altrove, là, lontano – e tardi, e forse mai?
Tu ignori dove vado, io dove sei sparita,
so che t'avrei amata, e so che tu lo sai!
BAUDELAIRE
Coglierò per te
L'ultima rosa del giardino,
La rosa bianca che fiorisce
Nelle prime nebbie
Le avide api l'hanno visitata
Sino a ieri,
Ma ancora è così dolce
Che fa tremare.
E' un ritratto di te a trent'anni,
Un po' smemorata, come tu sarai allora.
ATTILIO BERTOLUCCI
I tuoi occhi
piccole preziose pietre
trovate su una spiaggia
da scrutare
meravigliato
come un bimbo
giocarci un attimo
e poi
gettarle via
JAN ERIK VOLD
Sotto la torre, al parco, di domenica
con pacata follia per ore e ore
immobile a guardarti. Avevo gli occhi
gonfi, e il sesso, e il cuore.
Infastidita
i tuoi polsi snervati dalla mia
estasi, <<lasciami>> hai detto, di fuggerti
mi hai consigliato. Sono egoista e
lo spirito umano ha più bisogno
di piombo, che di ali.
ELIO PAGLIARANI
E di te che saprò? Le tue apparenze
han detto quel che vuoi, quel che non sei
credi tu
che dietro a questa assurda
fuga di giorni
ci attenda
il passo delle vere parole?
O che immutati, forse
con un nuovo segreto a mantenere,
ci sorprenda l'addio?
LUCIANO ERBA
I CIECHI
Guardali bene, cuore: fanno proprio spavento!
Simili ai manichini, vagamente ridicoli;
come i sonnambuli strani, tremendi come loro;
e chissà dove dardeggiamenti quelle palle di buio.
Disertati dalla fiamma divina, i loro occhi
s'alzano, come fissi a una distanza, al cielo:
mai, mai verso il selciato li si vede
abbassare pensosi la testa appesantita.
E' così che camminano nel nero illimitato,
che del silenzio eterno è fratello. O città!
Mentre a noi tutt'intorno tu canti, sbraiti e ridi
atrocemente presa dal piacere,
anch'io, vedi, mi trascinò! Ma, più ebete di loro,
dico cosa mai cercano, tutti quei ciechi, in Cielo?
BAUDELAIRE
Oreste Puzzo – Il cane del cieco
Noi siamo abituati a considerare la nostra situazione
passionale come propria del genere umano in tutte le epoche,
ma non è assolutamente così. L'amore romantico è una
cosa moderna come la lavastoviglie e il telefono.
Nell'Iliade e nell'Odissea, ad esempio, non troviamo
una sola parola dell'amore come innamoramento.
Troviamo la seduzione, il tradimento, il desiderio,
ma non c'è "l'amore romantico".
Penelope è una donna fedele in modo eroico al suo Ulisse,
ma non è innamorata cotta: è diverso. Penelope è fedele,
perché è questo il suo ruolo sociale di moglie, il suo onore.
Così come Ettore va alla morte per seguire il suo
senso dell'onore.
Le società primitive non hanno nessuna considerazione
dell'individuo come singolo, con i suoi dubbi,
le sue emozioni, le sue lacerazioni.
Perché l'umanità inizi a narrare di uomini e donne che
agiscono sotto la spinta dei loro impulsi personali,
dobbiamo aspettare Shakespeare che inventa l'amore
romantico tra Romeo e Giulietta e canta il loro sentimento
che rende meraviglioso il canto degli uccelli.
Non voglio dire che prima di allora nessuno si fosse
innamorato, voglio dire che l'innamoramento era sconosciuto
come "luogo culturale" all'interno della società,
così come oggi resta sconosciuto l'interludio tra il
colpo di fulmine e la crisi sentimentale.
Gran parte delle nostre difficoltà nelle convivenze
amorose derivano dal fatto che si tratta di un problema nuovo,
del quale i nostri avi non si sono mai seriamente occupati.
Questo problema non esisteva proprio, nel passato, in quanto
la funzione del matrimonio non è mai stata, assolutamente,
quella della ricerca e della crescita del piacere reciproco.
Lo scopo del matrimonio era economico e sociale, la vita di
coppia era il primo livello dell'organizzazione del lavoro.
L'uomo si specializzò nella produzione di beni, la donna si
specializzò nella produzione di servizi. In questo modo
l'umanità aumentò enormemente la sua efficienza produttiva.
La questione del piacere nella vita di coppia è la figlia
postbellica del tempo libero, delle 8 ore lavorative,
della meccanizzazione del lavoro e dei week-end.
Quando la gente lavorava 12 ore al giorno e faceva tutto
con la forza muscolare, la sera era così stanca che
l'unico piacere era mangiare e dormire. Al massimo una sveltina.
Non c'erano proprio né tempo né energie per chiedersi
se quello era amore vero. L'idea del divorzio era una cosa da ricchi.
Solo recentemente si è sviluppata l'idea di
"cercare qualcuno col quale vivere felici".
Beh... cosa ci impedisce di trovare una soluzione?
Sostanzialmente niente, se il vostro rapporto crescerà
e ve la spasserete non ci sarà nessuna Inquisizione che
vi perseguiterà, né vi accuseranno di stregoneria.
Al massimo vi invidieranno.