venerdì 5 maggio 2006




I CIECHI






Guardali bene, cuore: fanno proprio spavento!



Simili ai manichini, vagamente ridicoli;



come i sonnambuli strani, tremendi come loro;



e chissà dove dardeggiamenti quelle palle di buio.






Disertati dalla fiamma divina, i loro occhi



s'alzano, come fissi a una distanza, al cielo:



mai, mai verso il selciato li si vede



abbassare pensosi la testa appesantita.






E' così che camminano nel nero illimitato,



che del silenzio eterno è fratello. O città!



Mentre a noi tutt'intorno tu canti, sbraiti e ridi






atrocemente presa dal piacere,



anch'io, vedi, mi trascinò! Ma, più ebete di loro,



dico cosa mai cercano, tutti quei ciechi, in Cielo?






BAUDELAIRE




Oreste Puzzo – Il cane del cieco


 

3 commenti:

  1. Buon fine settimana ;o)

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  2. La poesia è bella e le riflessioni sono tante: chi è davvero "cieco"???

    Il "vedere" è solo legato al dono fisico della vista???

    Un bacione e buon fine settimana

    Silvana

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  3. Ho letto molto di Baudelaire

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