Maria Letizia Musu è nata a Cagliari ma vive a
Quartu Sant’Elena. È sposata, madre di due figli e laureata in Materie
Letterarie. È insegnante di Lettere. In questa intervista ci parla di
lei in quanto scrittrice e del suo ultimo romanzo.
Ciao Letizia, prima di parlare del tuoi lavori perché non ci
racconti come è iniziata la tua passione per la scrittura e quando hai
pensato di voler condividere questa passione con le altre persone e
quindi di provare a pubblicare qualcosa.
La mia passione per la scrittura ha origine tra i banchi di scuola,
tempi in cui riempivo quaderni e quaderni di racconti dei genere più
vari, dalla fantascienza, al giallo fino al rosa. Poi ho continuato,
questa volta scrivendo al computer, ma sempre per me stessa, per il
piacere di creare storie e far vivere i personaggi che abitavano nella
mia fantasia. Poi è arrivato internet (ho una certa età!) e da lì la
possibilità di condividere i miei racconti nei primi e antidiluviani
forum di scrittura. Poi, mi pare circa 6 anni fa, la decisione di
avventurarmi nel mondo della pubblicazione.
Sei mamma e insegni, è complicato conciliare questo con il mestiere di scrittore?
Abbastanza, nel senso che il tempo libero è poco e lo devi comunque
strappare con la forza, rinunciando ad altro che vorresti fare per non
dover trascurare i figli. Riguardo all’insegnamento, è certamente una
professione che ti dà più tempo libero rispetto ad altre.
Hai scritto due romanzi, entrambi umoristici. Hai mai
pensato di cimentarti su altri generi o credi (di essere capace solo
nel far…) che tu sia capace solo a far sorridere i lettori? Cosa non
da poco direi.
In verità me lo chiedo pure io da un po’. Ho pure provato a
cimentarmi in altro, ma finiva sempre che quello che scrivevo diventava
qualcosa di umoristico. Non escludo però in futuro di poter tentare
altri generi.
Ma la gente ha ancora voglia di ridere, visto il periodo che stiamo attraversando?
Spero di sì, proprio visto i tempi. Ridere (è stato dimostrato) ha
effetti benefici sull’organismo, è un forte collante sociale e pare che
faccia pure vivere più a lungo. E poi è gratis, almeno fino a quando
lo stato non troverà il modo di tassare pure questo.
Passiamo al tuo ultimo romanzo, “Non mettetemi fretta”,
edito da Libro Aperto Edizioni. Quando e come nata l’idea di questa
storia?
L’idea ha origini lontane, anche precedenti al primo romanzo. Con
Non mettetemi fretta ho voluto scrivere una storia che da tempo mi
frullava per la testa, con una trama abbastanza complessa (molto più di
quella del mio primo romanzo) e che parlasse di coraggio. Il coraggio
della vita di tutti i giorni, quello dei veri eroi, senza super poteri,
ma solo gente normale che dimostra il suo coraggio e il suo eroismo
semplicemente affrontando le piccole e grandi difficoltà che la vita
porta con sé.
Prima Dario e adesso Guido, sicuramente avrai sentito questa
domanda mille volte. Perché sempre uomini come protagonisti, forse
perché siamo più comici delle donne?
Vorrei dare una spiegazione scientifica o filosofica al tuo quesito,
magari con risvolti sociologici o antropologici, ma non ci riesco e la
semplice verità è proprio questa: trovo gli uomini decisamente più
comici, più “ridicolizzabili”, ma forse c’è pure dell’altro.
I personaggi che frequentano le tue storie assomigliano a qualcuno che hai incontrato?
Sì, diversi di loro, in realtà. Magari non nella loro interezza ma per certi particolari o aspetti del carattere, sì.
Entrambi i tuoi romanzi sono ambientati nella tua città natale. C’è un motivo particolare?
Al contrario di quello che pensava Salgari a questo proposito, sono
convinta che si debba parlare di ciò che si conosce, innanzitutto per
essere più credibili, per non dire inesattezze. Certamente ci si
potrebbe informare al punto da non commettere errori, facendo ricerche,
ecc. Ma deve esserci la necessità, mentre per le miei storie andava più
che bene un’ambientazione nella mia città natale.
Tra i personaggi delle tue storie c’è qualcuno che ti assomiglia?
No, non mi pare, forse mi sono spalmata qua e là, ma sarebbe arduo dire che ce n’è uno che mi somiglia di più.
So che oltre ai due romanzi hai anche un altro tuo lavoro che sta riscuotendo un discreto successo, parlacene un po’.
Sono contenta di questa domanda perché mi dà l’occasione di parlare
di un lavoro che mi sta davvero a cuore. Si tratta di un manualetto
solo in formato digitale che affronta l’argomento del Principe Azzurro,
o meglio di quel che rimane di lui una volta tolto il mantello e la
calzamaglia. Dai riscontri dei lettori che l’hanno commentato, devo
dire che viene apprezzato abbastanza; si tratta di una lettura
piacevole e divertente, con un linguaggio colloquiale, sotto forma di
trattazione scherzosa dell’argomento “mito del Principe Azzurro”. Un
lavoro totalmente diverso dal romanza, ma altrettanto gratificante.
Hai trovato difficoltà nel proporre i tuoi lavori agli editori?
Se ti riferisci all’editoria non a pagamento devo ammettere che non è
semplice, ma penso che sia la strada migliore. Forse non la più facile
o la più veloce, ma certamente la migliore. Ovviamente dipende tutto
dalle intenzioni di chi scrive, ma penso che ad un certo punto sia
fondamentale confrontarsi con se stessi onestamente. Pubblicare a
pagamento non può essere “l’arrivo” di uno scrittore, al limite una
strada presa per sbaglio o un inizio. Per quanto possano essere onesti
quelli che ti propongono una pubblicazione con contributo, niente può
essere paragonato alla soddisfazione di trovare un editore che crede
davvero in te e che è disposto ad investire economicamente nella tua
opera. Probabilmente sono stata fortunata a trovare la Libro Aperto
Edizioni e certamente non sono più brava di tanti altri esordienti che
cercano un editore per i loro lavori, ma una cosa è certa: sono convinta
di avere preso la strada migliore ed è valsa la pena attendere.
Parlaci un po’ del tuo editore.
Non ho molta esperienza, la Libro Aperto Edizioni è la seconda casa
editrice con cui mi sono trovata ad operare, ma devo dire che sono
soddisfattissima da tutti i punti di vista. Si tratta di una giovane e
dinamica CE, che crede davvero nel lavoro che fa, nella qualità del
prodotto e nella quale lavorano persone eccezionali e professionali,
oltretutto sempre disponibili. Spero vivamente di avere iniziato una
collaborazione che duri il più a lungo possibile e che porti
soddisfazione ad entrambe le parti.
Cosa ne pensi dell’ebook e che potenzialità può avere.
Credo abbia ottime potenzialità. Vedo l’ebook come una strada
parallela al libro cartaceo, che ha certamente i suoi vantaggi e le sue
convenienze, non ultima quella di avere un costo contenuto.
Per finire, chi volesse acquistare il tuo romanzo cosa deve fare?
Ovviamente può essere acquistato, sia in formato cartaceo che in
digitale, dal sito della CE. Inoltre nelle principali librerie online
(Amazon, ibs, ultima books, unilibro, InMondadori, La Feltrinelli ).
Fisicamente è possibile trovarlo nelle librerie riportate
nell’elenco presente nel sito dell’editore
http://www.libroapertoedizioni.it
Scheda del libro:
Non mettetemi fretta
Autore: Maria Letizia Musu
Anno: 2013
Editore: Libro Aperto Edizioni
Collana: Light Books
Genere: Narrativa umoristica
Pagine: 220
Illustratore: Giovanni Panìco
ISBN: 9788897818427
Prezzo Libro: 14,50 €
Prezzo ebook: 3,99 €
Descrizione
Non mettetemi fretta è una storia divertente e spesso surreale, che parla di Guido, quarantenne sposato.
Da quando era ragazzino, Guido ha sempre avuto un sogno: essere un
supereroe e trascorrere la sua esistenza salvando il mondo. Però c’è un
problema, perché Guido è pigro, pieno di fobie, terrorizzato dal
suocero, dalla possibilità di diventare padre e da altro ancora.
Tra situazioni comiche e surreali, scene al limite dell’assurdo e
riflessioni serie e profonde, Guido finirà per affrontare tutte le sue
paure.
Si troverà coinvolto in situazioni più grandi di lui, pericolose per
la sua stessa vita, nonché per quella di chi gli sta accanto.
Affronterà tutto, neanche lui sapendo bene come, con notevole auto ironia e un bel po’ di fortuna.
mercoledì 22 maggio 2013
domenica 19 maggio 2013
Il Salone Internazionale del Libro di Torino
Per rendersi conto cosa sia veramente questo evento bisogna solo andarci di persona e vi accorgerete che molte delle cose che si leggono spesso non sono corrispondenti alla realtà.
Giustamente questa manifestazione viene chiamato "Salone" e non "Fiera" perchè a Torino non si partecipa (parlo degli editori) solo per vendere, ma principalmente per conoscere l'ambiente editoriale in maniera più attenta e anche per farsi conoscere. Importantissimo è che gli editori scambino tra di loro le diverse esperienze perchè dagli altri si può imparare, ma anche gli altri possono imparare. Certo se poi anche le vendite sono positive tanto di guadagnato anche perchè il visitatore del salone del libro di Torino è un visitatore pagante che deve fare una fila lunghissima per poter avere l'agoniato biglietto, sopratutto è un lettore attento che quando acquista lo fa dopo aver girato vari stand e poi alla fine decide cosa scegliere (credo che in questo periodo di crisi globale ogniuno si impone un budget e consumarlo acquistando le prime cose che vedi non è cosa buona).
Una cosa davvero molto positiva che ho notato, contrariamente a quello che mi è capitato di leggere, è che i piccoli editori non sono affatto emarginati.. anzi è facile trovare nei pressi di un (giustamente visto che hanno la possibilità di spendere) mega stand di un grosso editore anche uno piccolo di un altrettanto piccolo editore che usufruisce del grosso flusso di persone che transita visto i grossi nomi in zona.
Certo c'è chi si reca al salone per incontrare il suo autore preferito o passa molto tempo negli stand degli editori big, ma il lettore attento e al salone sono davvero moltissimi, girano per i giganteschi padiglioni alla ricerca di qualche cosa che nelle librerie della propria città magari ha difficoltà a reperire e magari di scoprire qualche cosa del quale ignorava completamente l'esistenza.
In conclusione il Salone internazionale del libro è stupendo, meraviglioso e vorresti rimanerci di più di quanto puoi e vedere quelle lunghissime file di giovani all'ingresso è davvero un buon segno.
Volevo ringraziare le mie fantastiche e simpaticissime compagne di viaggio in questi tre giorni, ossia la bravissima e scrupolosa Antonella Senese (direttore editoriale di Libro Aperto Edizioni) e le sue preziose e altrettanto bravissime collaboratrici, Adriana Pasetto e Roberta Liberti. Un grazie anche alle scrittrici che ho conosciuto, Ester Barbone e Tiziana Cazziero. Un saluto anche ad Antonella Taravella.
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