Stava sempre la,
seduto su quella panchina
a guardare i bambini giocare.
Stava sempre la,
a rileggere gli anni passati
scritti su fogli di carta immaginari,
che uno sull’altro
si facevano pesanti.
Stava sempre la,
sopra la panchina.
a consumare spiccioli di vita.
Stava sempre la ad aspettare,
ma non sapeva cosa.
Franco
©2010 Franco Limbardi
seduto su quella panchina
a guardare i bambini giocare.
Stava sempre la,
a rileggere gli anni passati
scritti su fogli di carta immaginari,
che uno sull’altro
si facevano pesanti.
Stava sempre la,
sopra la panchina.
a consumare spiccioli di vita.
Stava sempre la ad aspettare,
ma non sapeva cosa.
Franco
©2010 Franco Limbardi
Adoro questo genere di poesie, contenuti emotivamente coinvolgenti, salti nelle anime altrui, quel misto di malinconia e solitudine che viene da passati sconosciuti ma sicuramente ricchi nel bene e nel male di vissuti intensi.
RispondiEliminaVite che non possono passarti accanto senza lasciare quella scia di profondità che ha il potere di stordire.
"Stava sempre la..." e chissà cosa rappresentava per il personaggio di questa poesia quella panchina, quel luogo, quei bambini.
Album di ricordi che si sfogliano con dolore e a cui tu caro Franco hai saputo dare tutto lo spessore che meritano. Complimenti.
ciao caro, buona domenica!
RispondiEliminabacibà
Meraviglioso agitar di pensieri!
RispondiElimina