sabato 31 dicembre 2005



BUON 2006 A TUTTI

Quando si fa il resoconto dell'anno che finisce, si tende a ricordare più le cose brutte che quelle belle...
Io voglio ricordare il 2005, come tutti gli anni passati, per le cose belle che ho avuto.
E' impossibile elencarle, perche sono le piccole cose, quelle che ti strappano magari solo un sorriso, ma sono molto importanti.
Un anno è fatto di tantissimi di questi momenti, non dimentichiamoli.
Poi il 2005 è stato l'anno che mi ha fatto scoprire Splinder dove ho conosciuto persone davvero eccezionali, con alcune è nata pure un'amicizia davvero bella.
Questo post è dedicato a tutti voi amici di Splinder, che voglio elencare qui sotto in ordine alfabetico usando il vostro nickname  (sperando di non dimenticare nessuno)

   Alessandra2580 cabiria55    Congiunzioni - CoronaSpinosa   Crabastra - cristhina6000   cruelbuffy - Eliselle - ezraz  - Eva_eva   FedericAurora - leggimi   Lunadeldeserto   - Nessuno - odilia    semplicementevirgo - sgualdrina   SilvanaBilardi - silvanamodio  Sophie79 - Sosso - Stella2910  verginia - Vivendolestelle    xxLucreziaxx

Uniti tutti insieme in un brindisi

venerdì 30 dicembre 2005

 



Sullo stagno che non si muove



Indugia il mite chiarore lunare



Intreccia le sue pallide rose



Nella verde corona di canne.



 



La sul colle errano i cervi



Guardano nella notte, al cielo;



si agitano talora gli uccelli,



sognanti nel fitto canneto.



 



Il mio sguardo si china piangendo



E un pensiero soave di te mi percorre



Il fondo dell’anima, come in silenzio



Una preghiera di notte



 



Nikolaus Lenau



giovedì 29 dicembre 2005



E...
Vuoi da bere
Vieni qui
Tu per me
Te lo dico sottovoce
Amo te
Come non ho fatto in fondo
con nessuna
resta qui un secondo

E...
se hai bisogno
e non mi trovi
cercami in un sogno amo te
quella che non chiede mai
non se la prende
se poi non l'ascolto

E... uo... e....
sei un piccolo fiore per me
e l'odore che hai
mi ricorda qualcosa
va bè...
non sono fedele mai
forse lo so

E...
quando sento
il tuo piacere che si muove lento
ho un brivido
tutte le volte che il tuo cuore
batte con il mio
poi nasce il sole...

E... uo... e....
ho un pensiero che parla di te
tutto muore ma tu
sei la cosa più cara che ho
e se mordo una fragola
mordo anche te

uo... E...
sei un piccolo fiore per me
e l'odore che hai
mi ricorda qualcosa
va bè...
non sono fedele mai
ora lo so

Vasco Rossi



Oki era l'unico viaggiatore in quel vagone. Sprofondato nel sedile, guardava distratto la poltrona sull'altro lato, che continuava a girare su se stessa. Non che girasse sempre nella medesima direzione o con la medesima velocità. Accelerava, rallentava, si arrestava di tanto in tanto e a volte rimaneva completamente immobile per qualche minuto, poi riprendeva a girare nella direzione opposta. Guardando la poltrona che girava da sola nel vagone deserto, Oki sentiva affiorare la solitudine stagnante in fondo al suo cuore, dove continuavano a fluttuare pensieri incerti.
Era il ventinove dicembre. L'anno stava per finire. Oki aveva preso il treno perché voleva sentire il suono delle campane a Kyoto, nell'ultima notte dell'anno.


YASUNARI KAWABATA
Bellezza e tristezza, 1965


mercoledì 28 dicembre 2005



 



Lo specchio che hai fissato sul petto



È il segnale di un patto profondo



Tu mi guardi mentre io ti guardo dentro



E se ti guardo dentro mi vedo



 



Antonio Porta



 



Jeff Olson



2005

martedì 27 dicembre 2005



Per coloro che si amano

Che tra le loro mani il fiume si meravigli
che tra le loro labbra i respiri siano stellati
e prodiga la brezza al loro accordo

che parlino lo stesso linguaggio
che partano e poi che veglino
che soprattutto veglino
le trappole son tese
fin dentro al loro cuore

Andree Chedidl

 


Così, la sera del 27 dicembre, si diresse verso le Petrovskie linii e, uscendo, mise nel manicotto la rivoltella di Rodja carica e senza sicura, decisa a sparare contro Viktor Ippolítovic se lui le avesse risposto con un rifiuto, l'avesse fraintesa o comunque umiliata.
Camminava per le vie festanti, in preda a un profondo turbamento, senza accorgersi di nulla intorno a sé. Nella sua testa già era echeggiato il colpo di pistola, non importava contro chi. Quello sparo era l'unica cosa di cui fosse cosciente. Seguitò a sentirlo per tutto il tragitto: era diretto contro Komarovskij, contro se stessa, contro il proprio destino, contro la quercia di Dupljanka, nella radura, col bersaglio intagliato nel tronco.


BORÍS PASTERNAK
Il dottor Zivago, 1957



(1965, Doctor Zhivago) - Omar Sharif, e Julie Christie

lunedì 26 dicembre 2005



Sapendo che ti amo,
è quanto sono difficili le cose dell'amore,
preparo in silenzio il tavolo
da gioco, colloco i prezzi
sulla scacchiera, dispongo i posti
necessari perché tutto
cominci: le sedie
una di fronte all'altra, sebbene sappia
che le mani non possono toccarsi
perché al di là delle difficoltà
esitazioni, arretramenti
o avanzamenti possibili, solo gli occhi
trasportano, forse, un'ipotesi
di intendimento. E allora che arrivi,
e come se un vento di Nord
entrasse da una finestra aperta,
tutto il gioco vola per aria,
il freddo ti riempie gli occhi di lacrime,
e mi spingi dentro, dove
il fuoco consuma quel che resta
del nostro rompicapo.

Nuno Judice



26 dicembre


Il Natale è passato, e non come temevo: anzi, sono riuscita così bene a cancellarlo dalla mente, che a un certo punto, a colazione, mi sono stupita dell'arrivo del dolce: «Ma è Natale!» s'è levato un coro a ricordarmelo, e io sono stata molto contenta di me: sto imparando i giochetti psicologici del professor Levi e riesco persino a scordarmi di una cosa, se voglio.
La mia volontà però è molto esercitata, in questo senso; quando ho avuto un obiettivo importante, qualcosa in cui credevo o che volevo fermamente, sempre sono stata capace di alzare massicce cortine fumogene intorno a quello che mi poteva disturbare o allontanare dallo scopo. Ma non mi è stato mai possibile, dopo, resistere alla tentazione di cercare, in quella nebbia di comodo, i contorni della realtà.


GINA LAGORIO
Natale a Serre Chevalier, 1993






 

domenica 25 dicembre 2005



Guido Argentini

 



Nome non ha,



amore non voglio chiamarlo



questo che provo per te,



non voglio tu irrida al cuor mio



com'altri a' miei canti,



ma, guarda,



se amore non è



pur vero è



che di tutto quanto al mondo vive



nulla m'importa come di te,



de' tuoi occhi de' tuoi occhi



donde sì rado mi sorridi,



della tua sorte che non m'affidi,



del bene che mi vuoi e non dici,



oh poco e povero, sia,



ma nulla al mondo più caro m'è,



e anch'esso,



e anch'esso quel tuo bene



nome non ha...



 



Sibilla Aleramo



venerdì 23 dicembre 2005






Lo ammetto, mi vestii un po' più in fretta del solito quella nevosa, ventosa, gelida notte. Era il 23 di dicembre, 197,.., e sospetto che anche altri membri del club avessero fatto lo stesso. Si sa che non è facile trovare un taxi a New York nelle serate di mal tempo, così ne prenotai uno per telefono. Erano le cinque e mezzo e io lo prenotai per le otto... mia moglie inarcò un sopracciglio ma non disse niente. Alle otto meno un quarto, ero sul portone del condominio della Cinquantottesima Strada East, dove Ellen e io abitavamo dal 1946, e quando il taxi fu in ritardo di cinque minuti, mi ritrovai a passeggiare su e giù nervosamente.
Il taxi arrivò alle otto e dieci ed io vi salii, troppo contento di sfuggire al vento per trattare l'autista come avrebbe probabilmente meritato. [...]
Il vento aveva soffiato per tutto il giorno, e ora nevicava di nuovo, fiocchi sottili all'inizio, poi falde che turbinavano roteando davanti a noi. Tornando a casa quella sera, avrei pensato alla combinazione della neve, di un taxi e di New York City con un disagio molto maggiore... ma allora naturalmente non lo sapevo.


STEPHEN KING
Una storia d'inverno, 1982




 

giovedì 22 dicembre 2005



Industriosi come api, se proprio non lievi come fate, i quattro pickwickiani si ritrovarono il mattino del ventiduesimo giorno di dicembre dell'anno di grazia nel quale furono intraprese e compiute le avventure qui fedelmente registrate. Natale era ormai prossimo, con tutta la sua schietta e franca letizia; era la stagione dell'ospitalità, della gioia, della bontà. L'anno vecchio, simile a un antico filosofo, si preparava a chiamare a raccolta i suoi amici e, fra tripudio di feste e giubilo, andarsene tranquillo e pacifico. Lieta e serena era quella stagione, e lieti e sereni erano almeno quattro dei tanti cuori esultanti per l'avvicinarsi di quel giorno. [...]
Ma presi dall'incanto del Natale, lasciamo aspettare al freddo sull'imperiale della diligenza per Muggleton, appena presa, Mr Pickwick e i suoi amici, tutti ben avvolti in cappotti, scialli, trapunte. Borse e sacche sono state caricate; Mr Weller e il postiglione si sforzano di far entrare nel bagagliaio anteriore un enorme merluzzo di gran lunga troppo grande per starci.


CHARLES DICKENS
Il circolo Pickwick, 1836-1837


mercoledì 21 dicembre 2005

 



 



Come pesa la neve su questi rami



come pesano gli anni sulle spalle che ami.



L'inverno è la stagione più cara,



nelle sue luci mi sei venuta incontro



da un sonno pomeridiano, un'amara



ciocca di capelli su se gli occhi.



Gli anni della giovinezza sono anni lontani.



 



Attilio Bertolucci



lunedì 19 dicembre 2005

 



Ama il tuo sogno



Ogni inferiore amore disprezzando,



Il vento ama



Ed accorgiti qui



Che solo sogni possono veramente essere,



Perciò in sogno a raggiungerti m’avvio



 



Ezra Pound



domenica 18 dicembre 2005

 


LA SIGNORA DI VOOLANGES
ALLA SIGNORA DI ROSEMONDE


 [...] La stessa persona che m'ha narrato questi fatti m'ha detto che la signora di 1VIer-teuil era stata assalita la notte dopo da una forte febbre, che sulle prime credettero conseguenza della situazione violenta in cui s'era trovata; ma da ieri sera si sa che è subentrato un vaiolo fortissimo ed estremamente grave. E davvero credo che per lei sarebbe una fortuna se morisse. Dicono anche che tutte queste sto-rie le nuoceranno non poco nel suo processo, che sta per essere celebrato, e nel quale pare avesse bisogno di assai favore.
Addio, mia cara e degna amica. Vedo in tutto questo i cattivi castigati, sì; ma non ci trovo nessuna consolazione per le infelici vittime.


 Parigi, 18 dicembre 17**


 CHODERLOS DE LACLOS I legami pericolosi, 1782




 

sabato 17 dicembre 2005



Bocche

azzurro avorio il tuo corpo
amore a due mani
dormii?
Amica mia diletta
ogni sera sul petto
del nostro amore

Francis Picabia

venerdì 16 dicembre 2005

 



Metti la mano



Sulla mia fronte



Come se la tua mano



Fosse la mia mano



 



Sorvegliami, come se



Mi si volesse uccidere



Come se la mia vita



Fosse la tua vita.



 



Amami, come se



Tu lo volessi



Come se il mio cuore



Fosse il tuo cuore



 



Attila Jozsef



Russell Janes


Che per seimila anni, e nessuno sa per quanti milioni di secoli prima, le grandi balene abbiano continuato a gettare il loro spruzzo per tutti i mari, spruzzando e vaporizzando i giardini dell'abisso come tanti spruzzatori e vaporizzatori, e che, da alcuni secoli, migliaia di cacciatori siano stati vicinissimi alla fontana della balena, ad osservare questi spruzzi e annaffiate, che sia accaduto tutto questo, e che, fino a questo benedetto momento (l'una e quindici minuti primi e un quarto di minuti secondi, del pomeriggio di oggi, 16 dicembre 1851), rimanga ancora il problema se questi spruzzi siano, in fin dei conti, veramente d'acqua, o null'altro che vapore, è un fatto certamente notevole.


HERMAN MELVILLE
Moby Dick, 1851


giovedì 15 dicembre 2005



Gli innamorati sotto il porticato


(prima pioggia primaverile)



Si tenevano per cuore



Come foglie verdi bagnate



L’una all’altra appiccicate



Che nemmeno in tropicale calore



Si sarebbero staccate



 


Lawrence Ferlinghetti






Guido Argentini



Hotel, 2005

Il 15 dicembre era i! centesimo compleanno del decano.
Le sue figliole avevano lungamente atteso quel giorno, e avevano sempre desiderato festeggiarlo come se il loro caro padre fosse ancora tra i suoi discepoli.
[...]
Grandi fiocchi di neve cadevano fitti, e i sol-chi lasciati dalla slitta erano rapidamente cancellati. Il generale Loewenhielm sedeva impassibile a fianco di sua zia, col mento affondato nell'alto bavero di pelliccia del pastrano.
Quando il folletto dai capelli rossi ch'era al servizio di Babette aprì la porta della stanza da pranzo, e gli ospiti ne varcarono la soglia lenta-mente, questi non si tennero più per mano e rimasero in silenzio. Ma era un dolce silenzio, perché in ispirito essi si tenevano ancora per mano, cantando.
Babette aveva messo una fila di candele in mezzo alla tavola, e quelle fiammelle brillava-no contro le giacche e le vesti nere, e contro l'unica uniforme scarlatta, e si riflettevano nei chiari occhi umidi.


KAREN BLIXEN  - Il pranzo di Babette, 1958


mercoledì 14 dicembre 2005



Come posso dire se la tua voce è bella.



So soltanto che mi penetra



E mi fa tremare come una foglia



E mi lacera e mi dirompe.



 



Cosa so della tua pelle e delle tue membra.



Mi scuote soltanto che sono tue,



così che per me non c’è sonno ne riposo,



finché non saranno mie.



 



Karin Boye






Royalton, New York 1992

martedì 13 dicembre 2005



per caso mentre tu dormi


per un involontario movimento delle dita



ti faccio il solletico e tu ridi



ridi senza svegliarti


così soddisfatta del tuo corpo ridi



approvi la vita anche nel sonno



come quel giorno che mi hai detto:



lasciami dormire, devo finire un sogno



 



Antonio Porta







 

lunedì 12 dicembre 2005

12 dicembre 1747. Eventi straordinari si sono stranamente intrecciati alla mia vita, prima ancora di entrare in contatto con i loro protagonisti e addirittura prima di sapere della loro esistenza. Suppongo che la maggior parte dei vecchi, come me, preferisca rivolgere lo sguardo alla carriera passata con un senso di appassionato interesse e di tenero ricordo, piuttosto che osservare gli avvenimenti – probabilmente molto più interessanti per tutti gli altri – che si stanno svolgendo sotto i loro occhi. E ammesso che generalmente sia questo l'atteggiamento dei vecchi, quanto più lo è per me!... Accingendomi a scrivere la strana storia legata all'infelice Lucy, devo iniziare da un tempo molto più antico. Io stesso venni a sapere le vicende della sua famiglia solo dopo aver conosciuto lei; ma, per rendere comprensibile il racconto a tutti, devo disporre gli eventi secondo la loro successione cronologica, non secondo l'ordine in cui io li appresi.


ELISABETH GASKELL, La Clarissa, 1856





sabato 10 dicembre 2005



Sorriderti forse è morire


Porgere la parola



A quella  terra leggera



Alla conchiglia in rumore



Al cielo della sera,



a ogni cosa che è sola



e s’ama col proprio cuore



 



Alfonso Gatto



 


Si mise in viaggio già il 10 dicembre. Prima della partenza disse all'amministratore: «Sarò di nuovo qui in febbraio. Allora tutto cambierà». [...] Quando il capostazione ebbe dato il segnale di partenza, Taittinger lo salutò cordialmente dal finestrino con la mano, pieno di gratitudine, come se il capostazione avesse dato il segnale solo per far piacere a lui.
A febbraio ritorno, pensava, e pieno di una sicurezza del tutto gratuita diceva anche fra sé: a febbraio sarò tutt'altro uomo, oppure, a febbraio è già quasi primavera.


 JOSEPH ROTH  -  La milleduesima notte, 1939




giovedì 8 dicembre 2005

Ditemi, grandi alberi sognanti,
a voi non batte il cuore quando amore
fa cantar cicale, quando il sole
sorprende e lascia mobile nel tempo
il batticuore alla tenera lucertola
perduta fra due mani in un dolce far niente?
Anche a me batte il cuore, è pur non sono
io del fanciullo vittima innocente.

Sandro Penna

8 dicembre



Vostra Grazia ha saputo che sono uscito assai presto di mattino dal recinto della vigna Muti. Era un'alba fredda e umida, e cercavo un riparo. Dalla vigna a via Margutta, la strada è lunga. Ho attraversato l'Esquilino su un carretto tirato da due cani, due dolcissimi bastardi cui non necessitava alcun incitamento per camminare. Era il carretto d'un pastore che portava il latte a piazza di Spagna. Vostra Grazia ha saputo anche questo?
Non dico di essere innamorato della marchesa, per quanto provo un vivo desiderio di starle quanto mai vicino. Ma la marchesa, della cui ebbrezza libertina sarebbe sciocco tacere, non è molto disponibile a me.



 ENZO SICILIANO -  La principessa e l'antiquario, 1980


mercoledì 7 dicembre 2005

Bocche



 



Azzurro avorio il tuo corpo



Amore a due mani



Dormi?



Amica mia diletta



Ogni sera sul petto



Del nostro amore.



 



Francis Picabia



martedì 6 dicembre 2005

Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato; ritira
le unghie nelle zampe, lasciami sprofondare nei tuoi
occhi in cui l'agata si mescola al metallo.



Quando le mie dita carezzano a piacere la tua testa e
il tuo dorso elastico e la mia mano s'inebria del
piacere di palpare il tuo corpo elettrizzato,



vedo in ispirito la mia donna. Il suo sguardo,
profondo e freddo come il tuo, amabile bestia, taglia
e fende simile a un dardo, e dai piedi alla testa



un'aria sottile, un temibile profumo ondeggiano
intorno al suo corpo bruno



C. Baudelaire

Dove si trovavano essi in quel momento, alle otto del mattino di quel giorno che in Terra era chiamato il 6 dicembre? Certamente vicino alla Luna, ed anzi abbastanza vicino perché essa loro apparisse come un immenso parafuoco nero posto innanzi al firmamento. Quanto alla distanza che ne li separava, era impossibile determinarla. Il proiettile, obbedendo a forze inesplicabili, aveva rasentato il polo nord del satellite a meno di cinquanta chilometri. Ma, da due ore dacché era entrato nel cono d'ombra, questa distanza s'era accresciuta o diminuita?


JULES VERNE - Intorno alla luna, 1870


Marco Glaviano


Anneliese Saubert, St. Barth, 1995

lunedì 5 dicembre 2005

Questo picolo poemetto l'ho trovato per caso gironzolando nella rete, mi è sembrato originale, sensuale e molto dolce, per questo lo posto.
Non ho idea di chi l'abbia scritto e se per caso l'autore visitando il mio blog (ma mi sembra difficile) si accorge che l'ho postato puo' anche chiedermi di toglierlo.
Le foto sono aggiunte da me.


Lui...


Ho voglia di te
ho voglia del tuo profumo
ho voglia del tuo sguardo
ho voglia della tua voglia...



Lei...

Conosco quel tuo sguardo voglioso


intrecciato ai quei così peccaminosi.
E' dolce e impetuoso come un'onda dell'oceano,
e non mi lascia via di scampo.



Lui...


Prendo il tuo viso tra le mie mani
sprofondo nei tuoi occhi imploranti
e le  labbra si fondono in un bacio
l'inizio di un volo spericolato tra i sensi



Lei...

Le nostre vesti scivolano in terra,
e i nostri corpi avvinghiati con loro
si uniscono in una danza indiavolata...


Lui...

Mentre rotoliamo, abbracciati e divertiti


sento il calore del tuo seno sul mio petto
sento i capezzoli induriti sfregare sulla mia pelle
sento il tuo cuore battere velocissimo
sento che il desiderio cresce dentro di me
sento che il desiderio cresce dentro di te...



Lei...

Porto le mie dita alle tue labbra
e le accarezzo dolcemente
disegnandone i contorni, poi quando
ti sento tremante di desiderio le spingo
fin dentro la tua bocca...






Lui

Mi piace il tuo sapore
Voglio assaggiare ogni parte del tuo corpo
 con le labbra accarezzo il tuo seno
e poi colgo il rosso turgido frutto
per assaporarlo in un crescendo di passione



Lei...

La tua lingua sul mio corpo
ha invaso la mia intimità...
Inarco la schiena, getto indietro la testa
per assaporare a fondo ogni istante di passione.



Lui...

Il tuo sapore fa crescere il mio desiderio
ho voglia di te, ho voglia di stare dentro te
ed è la stessa voglia che hai tu...
e senza una parola...
le tue cosce si aprono invitanti...



Lei...

La mia carne tremante si ammollisce
sotto il peso del tuo corpo,
ti sento salire lentamente sulle ripide pareti del piacere,

mentre contrazioni ritmiche danzano
con la tua voglia di possedermi.....




Lui...


Ora sono avvolto dal tuo corpo
la nostra carne si fonde nel fulcro del piacere
e il mio movimento ritmico
danza col pulsare delle tue vene
in un crescendo di passione



Lei...

Dimmi che mi ami, perchè nella voragine
spaccata delle mie nudità
ti senti maschio, ti senti mio.
Sprofonda oltre che nel mio corpo,
nella mia anima...



Lui...

Al culmine della passione e dell'estasi
I due corpi nudi diventano uno solo
La tua anima è mia
La mia anima è tua
Due parole...
Ti amo.



Lei...



Vorrei che questo momento durasse in eterno,


vorrei poter rimaner per sempre così,
abbracciata a te, sommersa dalle tue dolci parole
e dai tuoi caldi baci...




Lui...

Quando stò con te, per me non esiste altro...


Il tuo corpo caldo sul mio mi rende sereno...
I tuoi baci sensuali mi inebriano...
Le tue audaci carezze mi fanno volare...
La tua vicinanza mi fà sentire importante....



Lei...

Abbracciami  forte


e non lasciarmi andar via,
mai più.